Alternative al bianco di piombo: Gamblin e Schmincke a confronto

Alternative al bianco di piombo quindi… Se state leggendo questo blog immagino che sappiate già cosa sia la Biacca ma, qualora ve lo foste perso, vi rimando al precedente articolo di Mimmo Ceccarelli.
(CC: “momento, se so o sono perso sta a significà che nun hanno seguito le urtime uscite?? Ma che davero davero? Dovete da controllà tutti li giorni aho!”)
Accantonando per un attimo i delirii della mia Coscienza Creativa, torniamo a noi. Come abbiamo visto oggigiorno il bianco di piombo è un colore quasi introvabile (ce l’hanno in catalogo solo Blockx, Williamsburg, Michael Harding e Rublev e comunque qua in italia mi pare solo Harding in un siringone da 250ml) e costosissimo.

Se è vero, come è vero, che un buon bianco di titanio, usato come si deve, può essere la migliore delle alternative al bianco di piombo in tutto e per tutto esiste un buon numero di pittori che è rimasta particolarmente affezionata al bianco di piombo o, al contrario, dei pittori “nuovi” che sono affascinati da questo bianco e vorrebbero provarlo; insomma, la richiesta c’è.

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Essendoci richiesta deve esistere una offerta, quindi le aziende si sono adoperate proponendo delle imitazioni del bianco di piombo fatte con pigmenti non tossici. Naturalmente l’ideale sarebbe avere un colore che riproponga tutte le caratteristiche tipiche della biacca.
Rivediamole:

  • tonalità calda
  • leggera perlescenza
  • struttura tipicamente “filacciosa”
  • semicoprente
  • film pittorico estremamente robusto ed elastico
  • asciugatura non troppo lenta

La prima cosa che potrebbe venire in mente sarebbe usare un mix adeguato di bianco di titanio e bianco di zinco ed in effetti è quello che hanno fatto la maggior parte dei produttori, mettendo però in commercio dei bianchi di piombo “imitazione” che imitano soltanto la minor coprenza, ignorando le altre caratteristiche e, anzi, ottenendo un film pittorico molto più fragile (per colpa delle alte percentuali di bianco di zinco); tuttalpiù qualcuno ha inserito quantità minime di PY42 per “scaldare” il tono del bianco-bianchissimo del titanio. In questo test tali imitazioni non saranno considerate.

Dopo diverse ricerche ho deciso di testare soltanto due prodotti, ossia il Flake White Hue di Schmincke e il Flake White Replacement di Gamblin. Entrambi sono stati messi a confronto con un vero bianco di piombo, ossia il Blanc d’Argent di Blockx (puro PW1). Entrambe queste alternative al bianco di piombo sembrano voler andare oltre la mera semi coprenza.

Per il suo Flake White Replacement Gamblin dichiara l’utilizzo del solo Bianco di Titanio(PW6) mesticato in olio di lino. Come ormai sappiamo il solo PW6 è difficile da gestire senza un minimo di bianco di zinco, non fosse altro che per rendere i tempi di asciugatura gestibili.

Di tutt’altra opinione è Schmincke che per il suo Flake White Hue ha optato per una miscela di Titanio e Zinco, mesticata in un moderno olio di cartamo; probabilmente per ridurre al minimo il rischio di ingiallimenti. Non sono riportate le percentuali di bianco di Zinco e non è una cosa che mi faccia impazzire visto che, quando usato in spessori superiori al millimetro, lo zinco tende a sfaldarsi facilmente.

Vediamo come si comportano in tavolozza queste alternative al bianco di piombo…

Gamblin Flake White Replacement alla spatola
Gamblin Flake White Replacement con un pizzico di Liquin

Come potete vedere dalle foto sopra, il Gamblin ha sicuramente tentato di avvicinarsi alla consistenza di una vera biacca. Purtroppo ha esagerato.
Il colore è estremamente rigido e, cosa peggiore, gommoso. L’aggiunta di un pizzico di Liquin migliora la consistenza rendendola uguale al bianco di piombo Blockx ma la gommosità rimane, soprattutto usandolo a spessore. Inoltre è decisamente più coprente, quasi uguale a un bianco di titanio. Non c’è traccia di perlescenza ma il tono è decisamente “giusto”.
Nei miei test ha impiegato 3 giorni per essere asciutto al tatto, sia su strato spesso che sottile. Un risultato che mi lascia parecchio perplesso e mi fa sospettare l’aggiunta di un qualche tipo di agente essiccante.

Schmincke Flake White Hue alla spatola
Schmincke Flake White Hue con un goccio di liquin

Diverso il comportamento del Flake White Hue di Schmincke, molto più vicino ad un bianco di piombo vero. Filaccioso quanto basta, di buona struttura, senza tracce di gommosità. Giusto il tono leggermente caldo ma anche qui non abbiamo nessuna traccia di perlescenza. Ottima la semicoprenza, perfettamente sovrapponibile alla biacca pura.
Il test di asciugatura dice che lo strato sottile è asciutto in 3 giorni, lo strato spesso in circa una settimana.

Blockx Bianco d’argento PW1 alla spatola. Notate la filacciosità presente ma non eccessiva.
Blockx Bianco d’argento PW1 con un goccio di Liquin. Un’occhio attento può apprezzare la lieve perlescenza caratteristica del bianco di piombo e mancante in tutte le imitazioni.

Nelle foto sopra potete vedere il comportamento e le caratteristiche di un vero PW1, come la filacciosità presente ma non persistente, assenza di gommosità, tono caldo, leggerissima tendenza alla coartazione quando diluito con un goccio di medium e la lieve perlescenza, mancante in tutte le alternative al bianco di piombo.

CC: “ok, se semo divertiti coi paroloni, “filaccioso”, “biacca”, “perlescente”, abbiamo riso, abbiamo scherzato, ma mò nun te sembra ora de cominciare a trafficà cor colore? Che co tutto sto grigiume me sta a venì er magone..

In effetti l’obiezione di CC è più che giusta. Vediamo come si comportano queste alternative al bianco di piombo quando sono miscelate con dei bei colori!

Per questo test ho utilizzato i seguenti colori: cinabro originale chiaro (PR106) Ferrario DaVinci (una rarità!), Blu Oltremare (PB29) Schmincke Norma e Terra d’Ombra Bruciata (PBr7) Ferrario 1919.
(C.C. “‘tacci tua, che colori te sei tirato fori. Ma quarcuno in più pareva brutto?”) Che non è manco una lamentela campata in aria in effetti, cara CC. La motivazione è semplice, grezza e becera, ma semplice: costi. Purtroppo il bianco di piombo vero costa un botto e onestamente mi sembrava uno spreco usare il Blockx per troppi provini. Ma ho scelto un colore storico, il cinabro, che assieme alla biacca era la base degli incarnati; un colore moderno, l’oltremare, che solitamente meglio si sposa con il titanio (CC: “e allora perchè nun provavi na ftalocianina?”. Perchè non ci ho pensato, ok?); una terra d’ombra perchè spesso si usa/usava assieme al bianco di piombo per fare le grisaglie.

Cinabro (PR106), Blu Oltremare (PB29) e Terra ombra bruciata (PBr7) al confronto con le biacche.

La prima cosa che salta all’occhio sono le evidenti differenze di struttura, dalla pasta liscia e morbida di Schmincke a quella rigida e gommosa di Gamblin.
Si nota poi come la finta biacca Schmincke rispetti maggiormente la tonalità originaria, diversamente da Gamblin che, al pari di un bianco di titanio, tende a divorarsi il nerbo del colore; questa aggressività è particolarmente evidente nella miscela col cinabro, già gessoso alla prima diluizione. Di contro, la pasta rigida del Gamblin può essere apprezzata da chi è fa un certo tipo di pittura materica e moderna (CC: ok, ma chi dipinge a spessore perchè dovrebbe da cercà un bianco de piombo??) e/o è abituato a colori di pasta rigida (penso agli Old Holland o agli stessi Blockx).
Certo è che le diluizioni con la vera biacca sono stupende, non so se dalla foto si riesce a notare quell’effetto lievemente opalescente, in grado di dare una lucentezza tutta particolare al blu oltremare.
Naturalmente si parla di dettagli minuscoli, niente che possa inficiare la buona riuscita di un dipinto o, al contrario, tramutare una crosta in un Rembrandt. Giusto per essere chiari…

CC: ok, ma te devo da ricordà na cosa… Visto che stamo a parlà di bianchi la domanda è: come se comportano cor tempo? Ingialliscono?

Domanda eccellente devo ammettere.
L’ingiallimento dei bianchi solitamente richiede un certo periodo di tempo prima di, eventualmente, manifestarsi (comunque tutti i colori nel tempo ingialliscono anche se impercettibilmente). Ovviamente esistono delle eccezioni negative, tipo la terribile Terra Bianca di Carrara di Maimeri che è ingiallita dopo 3 (TRE) giorni in modo assurdo.
Il principale colpevole dell’ingiallimento non è il pigmento in sè, ma l’olio con cui è mesticato. L’olio di lino manifesta sempre un certo ingiallimento, soprattutto quando non è di buona qualità e trattato come si deve.
Questo è il motivo per cui molte aziende ultimamente stanno mesticando i bianchi e i colori più chiari con l’olio di cartamo, molto meno ingiallente.
Inoltre l’ingiallimento è influenzato anche dall’ambiente: mettere un dipinto al buio significa ingiallimento massiccio assicurato.

I test su questi colori sono stati condotti a gennaio 2020, mentre scrivo è novembre 2020; 11 mesi non sono molti ma possono già dire qualcosa.
Agevolo le foto sottostanti:

Strati sottili e spessi a gennaio 2020
Gli stessi strati a novembre 2020

Dalle foto la differenza è evidente: tutti e 3 i colori sono ingialliti. Purtroppo quello che è invecchiato peggio è il Gamblin che mostra un ingiallimento davvero eccessivo. A quanto pare la scelta dell’olio di lino non si è rivelata azzeccata. Lo Schmincke ha resistito molto meglio, ingiallendo anche meno della biacca Blockx, segno che l’olio di cartamo ha fatto il suo dovere. Inoltre, curvando il foglio telato su cui sono stesi i colori, il film pittorico del Gamblin si è crepato in più punti, mentre Schmincke ha resistito benissimo (esattamente come il vero bianco di piombo Blockx).

Concludendo, sul mercato le alternative al bianco di piombo non mancano, semmai mancano quelle capaci di fare davvero le veci del bianco più usato in passato. Il Flake White Hue di Schimncke si è rivelato un ottimo rimpiazzo, superando benissimo tutti i test a cui è stato sottoposto. A voler spaccare il capello l’unico neo è la mancanza di perlescenza ma francamente si può tranquillamente chiudere un occhio.
Al contrario, il Gamblin Flake White Replacement mi ha deluso tantissimo: esce con le ossa rotte in tutte le prove: rigido, gommoso, ingiallente, fragile e troppo aggressivo con le altre tinte. Mi dispiace molto perchè Gamblin non è un’azienda dell’ultimo minuto e finora ha dimostrato di saper fare i colori. Questo si è rivelato un grosso passo falso e se vuoi imitare il colore più rimpianto da tutti i pittori, bè, non te lo puoi permettere.

A tutti gli altri appassionati: non state a lambiccarvi il cervello col bianco di piombo, scegliete un buon bianco di Titanio fatto come si deve e vivrete pittoricamente felici e contenti.

CC: ciao belli!

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