Colori ad olio Seymour: recensione esclusiva

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Fortunatamente oggigiorno il mercato ci offre una scelta di colori ad olio praticamente infinita. Naturalmente non è tutto oro quello che luccica, ma tra le varie aziende di tanto in tanto salta fuori qualche gioiello; magari ancora un filino grezzo tuttavia sempre di gioielli si parla. Vediamo questi colori ad olio Seymour…
Nella sempre fertile terra d’Inghilterra esiste una piccola azienda a conduzione tutta familiare, la Seymour, che ha iniziato a produrre colori ad olio “bio”, ossia “come si faceva una volta”: non soltanto per quanto riguarda i metodi, ma soprattutto per quanto riguarda i pigmenti.
I signori della Seymour si sono infatti adoperati per proporre una gamma di colori ad olio che, a fianco di pigmenti moderni, preveda diverse chicche davvero d’altri tempi. Stiamo parlando di colori leggendari come il Blu di Lapislazzuli, il Verde di Malachite, la Azurite e molti altri.
In Italia c’è un solo negozio (uno) in cui potete trovare questi colori (per fortuna che effettua spedizioni in tutta Italia, sennò stavamo freschi); parlo del neonato ReArt (a Reggio Emilia) di cui l’amico Michael Peddio è il deus-ex-machina (nonché pittore di stampo Turneriano mica male).

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Curioso di vedere come il mercato avrebbe reagito di fronte a questi colori particolari il buon Michael mi ha mandato una selezione di 10 tubetti di colori ad olio Seymour.
La filosofia della Seymour è semplice: massima qualità delle materie prime, massima quantità possibile di pigmento, rispetto delle caratteristiche reologiche, minimo uso di additivi e preparazione di piccole quantità di colore per volta (massimo 1lt).
Questo tipo di atteggiamento non è certo una novità e nel mondo ci sono moltissime aziende che millantano l’esclusiva composizione dei loro colori come “solo olio e pigmento”. Millantano appunto, poiché per diversi pigmenti l’aggiunta di cariche e/o additivi è assolutamente necessaria per avere un colore funzionante.

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La nostra fantomatica ricerca della “purezza” a volte ci fa dimenticare l’obbiettivo finale che un colore deve raggiungere, ossia essere funzionante ai fini della pittura. Che sembra una cosa ovvia ma alla fine non lo è, perché un tubetto di colore stracarico di pigmento ma che poi si stende male, asciuga peggio, si screpola, ecc… bè, non credo serva a molto al pittore.

“eh, però è solo pigmento e olio!”
“esticazzi. Io ci devo dipingere”
“ah, già.”

Chiarito questo punto torniamo ai nostri Seymour:
La cartella colori prevede ben 153 tonalità (da ReArt però troverete una selezione di 109 tinte scelte personalmente da Michael.): parlare di spaziatura ha poco senso, vista la mole di colori capaci di soddisfare qualunque esigenza.
Tale abbondanza è suddivisa in ben 6 fasce di prezzo (A-F), scelta quasi obbligata vista la varietà e la rarità di alcuni pigmenti. (sotto potete vedere una tabella con i prezzi per fascia. Prezzi del negozio ReArt, IVA inclusa)

Seymour Oil Colours – Gruppo A € 6,90
Seymour Oil Colours – Gruppo B € 13,60
Seymour Oil Colours – Gruppo C € 19,30
Seymour Oil Colours – Gruppo D € 21,90
Seymour Oil Colours – Gruppo E € 30,90
Seymour Oil Colours – Gruppo F € 78,50

Interessante il discorso di lavorare per piccole quantità: la motivazione è “far sì che ogni colore sia unico”. A me francamente piace poco: perché se da un lato è vero che con quantità piccole è facile correggere eventuali errori con l’impasto successivo, dall’altro aumenta la possibilità di combinare disastri (come vedremo) soprattutto con quei pigmenti che richiedono una lavorazione 100% manuale (che sono i più costosi).
Vi incollo un estratto della Filosofia Seymour tradotto in italiano:

Ogni lotto di colore è fatto in piccole quantità (fino a 1 litro per lotto), in modo che ogni lotto di vernice prodotto sia unico. Secondo la natura dei singoli pigmenti, i colori possono essere macinati a macchina, preparati in una macchina di fresatura a mano o semplicemente macinati a mano con un macinello di vetro.
I colori vengono preparati in olio di semi di lino premuto a freddo, fornito da una singola fattoria Inglese. Questo olio è un limpido colore giallo dorato, molto scorrevole ed estratto senza l’aggiunta di essiccanti. Poiché questi colori dell’olio sono realizzati senza agenti essiccanti, essi si asciugano secondo la natura dei pigmenti utilizzati.

La nostra gamma di prodotti d’arte è stata ideata per offrire a tutti gli artisti l’opportunità di accedere all’ultima tecnologia del colore e alla qualità ottimale ad un prezzo ragionevole. La gamma racchiude oltre venti anni di esperienza nel campo dell’arte, come artista, docente e creatore di materiali pittorici. La nostra scelta di materie prime è fondamentale: una fusione dei migliori leganti e pigmenti di qualità, preparati con cura per dare risultati ottimali. Facciamo tutti i nostri prodotti nel Regno Unito, utilizzando macchinari su misura, con la più avanzata chimica dei pigmenti.

Per coprire le esigenze dell’artista di oggi, dobbiamo mantenere i metodi tradizionali di pittura, ma anche abbracciare materiali contemporanei. Mentre i nostri colori a olio sono praticamente a mano, utilizzando solo alcuni ingredienti chiave, gli acrilici sono invece formulati e fabbricati su base volumica.

La gamma di materiali ausiliari (mezzi, vernici, solventi) sono stati selezionati per unire tradizione e innovazione. In un momento in cui i materiali naturali sono diventati scarsi, costosi e difficili da trovare, intendiamo continuare ad offrire questi prodotti di nicchia a prezzi ragionevoli. I prodotti sono tutti sperimentati in-house da artisti e eseguiti con rigorosi test di laboratorio, per garantire il miglior controllo qualità.

La nostra forte convinzione è che tutti gli artisti (da studenti a professionisti) dovrebbero avere accesso al miglior livello di materiali. Di conseguenza, abbiamo scelto di non offrire una seconda fascia di qualità e di minor prezzo: l’obiettivo è elevare la qualità dei materiali pittorici disponibili sul mercato e curare tutti gli artisti con rispetto.

Insomma, molte buone intenzioni e un atteggiamento lodevole. Molto interessante il discorso sui medium che però non ho avuto modo di provare e spero di potervi presentare in futuro.

Colori_ad_olio_seymour_alfio_racitiAndiamo al sodo e vediamo di testare i colori ricevuti.

Abbiamo:
Giallo Spinello PY159 fascia C
Terra di Siena Naturale PY43 (cava di Bagnoli, Toscana 1980) fascia C
Rosso di Firenze PR101 (Ematite) fascia B
Caput Mortuum PR101 Fascia A
Rosso Indiano PR101 fascia A
Lacca Cremisi NR4 fascia D
Blu di Lapislazzuli PB29 fascia F
Azzurrite chiara PB30 fascia F Cu3(CO3)2(OH)2
Malachite “Natural Copper Carbonate” Fascia F Cu2(CO3)(OH)2
Terra verde di Boemia PG23 fascia B

I tubetti da 40ml si presentano con una bella fascia di colore originale in alto e una etichetta contenente tutte le informazioni necessarie (nome pigmento, resistenza, coprenza, fascia di prezzo e anche l’olio con cui son stati mesticati) e la dicitura “selezione Michael Peddio” per identificare la gamma ristretta presente in Italia. Bella l’idea di esprimere la coprenza con l’aggettivo anziché con quei maledetti quadratini che mi fanno confondere sempre: qua un colore trasparente vedrà scritto “transparent”, uno opaco “opaque”, ecc.
In generale non ho notato risalite d’olio tranne che nella Malachite, anzi mediamente sono più duri da spremere. Non è necessariamente una buona cosa però.
Il tappo è molto comodo e la sensazione è che i tubetti provengano dallo stesso stabilimento dei Michael Harding: niente da dire insomma.
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Giallo Spinello: un giallo caldo, molto bello. Semi trasparente. Stranamente non ho trovato informazioni sul pigmento PY159. Ci si possono ottenere dei verdi di rara bellezza e si comporta bene anche in velatura. Il tubetto in mio possesso presenta il difetto di tendere al verde quando viene in contatto col metallo del bocchiello, il che mi lascia più che perplesso.
Lo vedrei bene come giallo caldo in una tavolozza ridotta col doppio primario, anche se non è economicissimo ma assieme con un cadmio limone formerebbero una coppia perfetta!

Terra di Siena Naturale: uh, che bellezza!!! Carica come poche, piena, corposa, vien quasi voglia di giocarci con le dita! La specifica della Cava di Bagnoli in Toscana con tanto di anno di estrazione (1980) sembra quasi messa con vanto sull’etichetta. Non posso certo giurare che sia quella ma il tono c’è, il comportamento pure e, soprattutto, la lavorazione non ha assolutamente snaturato la nostra (perché sempre Italiana è) Terra di Siena. Quindi un impasto fermo, sodo, finemente granuloso, non quelle robe extralucide tipo dentifricio che si vedono in giro oggi.
Fascia C, ossia un paio di fasce più alta delle terre (solitamente sempre in fascia economica) ma evidentemente quel pigmento costa.

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a sinistra Rosso di Firenze, a destra Ocra Rossa SerieA

Rosso di Firenze (Haematite): Questo rosso viene identificato come Ematite Naturale, ossia non un ossido di ferro sintetico come i moderni PR101 (ricordiamo che il pigmento PR101 può dare una grande varietà di toni dal giallo aranciato fino al bruno profondo e solitamente è caratterizzato da grande potere colorante e opacità). Tuttavia l’ematite avrebbe come sigla PR101:1 a sottolineare l’origine naturale e non di sintesi; solitamente gli ossidi naturali sono meno coprenti e hanno meno potere colorante rispetto ai sintetici. Dalle prove che ho fatto questo Rosso di Firenze sembra avere caratteristiche simili agli ossidi sintetici (anche l’asciugatura non proprio rapida, circa 7 giorni), purtuttavia, come dicevo prima, la gamma dei PR101 è così flessibile e variegata che è difficile dare un parere definitivo. In ogni caso mi sembra strano, vista la dicitura “Haematite” così orgogliosa, non aver indicato il corretto color index PR101:1.
Come tono non mi entusiasma, è un po’ troppo scuro soprattutto confrontato con la mia adorata “Ocra Rossa” Maimeri Serie A (un colore fantastico che oggigiorno non abbiamo più). Anche l’inserimento in fascia B (non la più economica) mi lascia perplesso. Vi allego l’immagine del confronto con l’Ocra Rossa.

Caput Mortuum + Rosso Indiano: altri due Ossidi Rossi di sintesi (PR101), estremamente simili, forse troppo. Mi verrebbe da dire identici. Nemmeno stirati col bianco ho notato grosse differenze di sottotono. Profondi, coprenti, asciugatura lentuccia (7gg circa). Però sono inseriti in fascia economica (A).
Secondo me uno vale l’altro.

Lacca Cremisi Genuina: ah! FANTASTICA! Ora, qua ci troviamo di fronte al pigmento NR4 ossia la vera Lacca Cremisi estratta dalle cocciniglie. Oggigiorno questo colore viene solitamente realizzato con i rossi antrachinonici (PR177) molto più economici ma, ragazzi… questo è un colore davvero storico! Roba d’altri tempi!! Si tratta di un rosso freddo trasparente di rara bellezza, perfetto nel tono e nel comportamento (leggermente “lungo”). Si possono ottenere dei rosa stupendi e dei viola altrettanto passionali. Purtroppo c’è un rovescio della medaglia: ossia la resistenza alla luce non è granchè e i tempi di asciugatura sono piuttosto lunghi (quasi 14gg secondo i miei test). Il colore è inserito in fascia D, il che ha un senso (non è pigmento che si trovi al supermercato); sarebbe un acquisto di grande fascino, senza dubbio. Peccato la scarsa resistenza del pigmento.

colori_ad_olio_seymour_alfio_racitiBlu di Lapislazzuli: al tempo dei Grandi Maestri i ricchi committenti gareggiavano tra loro a colpi di colori costosi da far utilizzare ai loro pittori favoriti. Il più costoso e prezioso di questi colori (quindi manifestazione di ricchezza e opulenza) era proprio il blu di lapislazzuli. Oggi ce lo ritroviamo intubettato e pronto all’uso assieme agli altri colori ad olio seymour. Ammetto che averci a che fare suscita un po’ di reverenza ma siamo qui per fare il nostro lavoro quindi, sotto! Prima cosa: è durissimo da spremere. Ma davvero tanto! Non vorrei esagerare ma forse una ragazza potrebbe avere bisogno di aiuto per tirarlo fuori.
Impasto “ruvido”, granuleggiante ma senza dar fastidio, ricco e pastoso. Un tono a metà tra il cobalto e il ceruleo, sembra gridare “sono fatto per il cielo!” e in effetti si tirano fuori degli azzurri che manco ci credete! Altro pregio del PB29 è la grande resistenza alla luce e l’asciugatura rapida (circa 3gg). Ovviamente il tutto ha un prezzo. e non è nemmeno basso; il colore è inserito in fascia F (la più cara). Ora, il colore funziona bene e l’idea di lavorare con IL BLU è romantica ed entusiasmante: sta a voi decidere se il valore storico aggiuntivo vale la spesa.

colori_ad_olio_seymour_alfio_racitiAzzurrite: avevo grandissime aspettative per questo colore; dopotutto ai tempi della pittura classica l’azzurrite era la prima alternativa al lapislazzuli, quindi un colore usatissimo. Mi aspettavo dunque un bel blu, meno deciso del lapislazzuli, tenue e delicato, dall’impasto fine e scorrevole… Purtroppo le mie aspettative si sono schiantate contro una grossa montagna e appena aperto il tubetto mi sono ritrovato con un.. bo? Cioè, davvero, non capisco cosa sia: una specie di verde bluastro, dal tono non ben definito. Come se non bastasse l’impasto è osceno: una roba granulosissima che ricorda il pietrisco, impossibile da trattare con la spatola e capace di rendere tutti i colori con cui è mescolato una sorta di malta cementizia. L’etichetta riporta come pigmento il PB30 ovverosia un Carbonato di Rame idrato Cu3(CO3)2(OH)2. Tale pigmento è estremamente simile al verde Malachite Cu2(CO3)(OH)2 (che tratteremo subito dopo) tanto simili che, se mal mesticata o lavorata, la malachite può convertirsi proprio in Azzurrite. Sicuramente questo è l’arcano alla base di un colore tanto brutto: nella lavorazione o nello stoccaggio deve essersi presentata dell’umidità e così, la nostra bella azzurrite, una volta entrata in contatto con l’acqua, si è idratata trasformandosi in Malachite.
Per quanto riguarda la consistenza orrida il problema è di tipo “macinatorio” (non so se tale pigmento è trattato a mano o a macchina) e non si scappa. Sono proprio i casi come questo che mi fanno storcere il naso di fronte alla produzione a piccoli lotti unici.
Ora, si tratta di un colore inserito in fascia F (la più cara) e capite bene che è un motivo in più per dirvi “evitatelo”: si parla di quasi 80€ per 40ml, non sono bruscolini e a fronte di questi difetti non sarei stato tenero nemmeno se fosse costato 5€.
Tuttavia c’è da dire che alla Seymour si sono mostrati subito interessati e disponibili e hanno ammesso l’errore con grande umiltà (dopotutto chi lavora sbaglia) e hanno inviato un nuovo lotto di colore al negozio. Un comportamento ineccepibile!

colori_ad_olio_seymour_alfio_racitiMalachite: altro colore di fascia F ma, signori, che bel colore! Un verde molto simile al Verde Veronese ma molto più tenue e delicato, splendido nelle mescolanze e indispensabile per le marine.
Un difetto? Copiosa risalita d’olio dal tubetto, visto il prezzo direi anche “eccessiva” risalita d’olio.
Assieme alla “sorella” azzurrite la malachite è un pigmento piuttosto resistente alla luce ma può scurirsi se a contatto con composti dello zolfo e/o con acidi.
Ecco, a me è piaciuta tantissimo (e anche a CC), per cui se mi chiedete quale colore di fascia F vi consiglierei bè, Malachite. Senza dubbio. Un verde diverso dal solito, molto bello.

Terra Verde di boemia: oh, una bella terraccia grezza e genuina come si deve! Il tono è proprio azzeccato, tanto simile alla Terra di Verona storica e ottima come base per dei verdacci da grisaglia per gli incarnati. Asciuga anche abbastanza in fretta e con il Giallo Spinello dà dei bei verdi rotti. Mi sarebbe piaciuta un pizzico più coprente ma, se state cercando una Terra Verde allora questa vale davvero la pena di essere provata!

Qui in tutto il loro splendore:
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Per vedere meglio come si comportano e osservare i sottotoni li ho mescolati sia al bianco di titanio (Michael Harding) che al bianco di Zinco (Maimeri Artisti), ecco cosa è saltato fuori:

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Vi invito a fare attenzione al Rosso di Firenze, alla Lacca Cremisi (che rosa fantastici, soprattutto con lo Zinco), al Lapislazzuli (splendidi i celeste) e, soprattutto, a guardare con attenzione l’Azzurrite di cui si può cogliere il “vero” tono che dovrebbe avere e a quanto sarebbe stato bello avere avuto un tubetto di colore non difettoso (così come prima o poi mi piacerebbe mettere le mani su un bianco di titanio di questi colori ad olio Seymour)

Come è facile intuire io adoro trafficare con i colori: è un’attività che mi rilassa, mi diverte, richiede attenzione e spirito critico ma non necessita di quella tensione ancestrale lievemente ansiogena che mi sale quando invece sto dipingendo. Per tutti questi motivi mi piace farlo per fatti miei, sia fisicamente che mentalmente.
Sul “fisicamente” ci siamo (basta chiudersi in studio e buonanotte).
Il problema è il “mentalmente”… Ed è così che all’improvviso si palesa la mia Coscienza Creativa (notoriamente romanesca)..

CC: “aho, a coso! Ma stai a giocherellà con li colori de Leonardo e nun me dici nulla??”
IO: “CC ciao! Non è un lavoro che richiede troppa creatività, preferivo lasciarti per fatti tuoi..”
CC: “manco er tempo e già me voi caccià via?? Ma anvedi sto morto de fame..”
IO: “ma no, che dici! Sono solo mescolanze, nulla di particolarmente interessante”
CC: “e infatti stai a fà le peggio porcate..”
IO: “figuriamoci… Quale sarebbe il problema, sentiamo…”
CC: “fijo mio, nun te poi mette a mischià li colori così, a cazzo de cane. Devi da fà vedè anche i colori rotti”
IO: “sai che hai ragione? Vediamo che succede con due complementari tipo Cremisi e Malachite!”
CC: “ce lo sai che senza de me staresti a vagare per le strade della tua coscenza tipo barbone metafisico?? Eh? Ce lo sai?”
IO: “non è che ti devi allargare ora…”
CC: “ennò! M’allargo sì! Chettecredi? Che mò..”
IO: “E stà un po’ zitta??!!”
CC: “Becero e linguacciuto..”
IO: “uhm… è venuto fuori un bel grigio.. Vero CC?”
CC: “umpf. Si, non è male. Ma nun se chiama grigio sto colore, nun sai manco questo?”
IO: “Uh, scusi eccellenza. Un bel terziario. Una bella terra rotta. Va meglio?”
CC: “No, va peggio. Quel colore se chiama Tortora!”
IO: “Tortora..”
CC: “Tortora.”
IO: “Starai qui a lungo, nevvero?”
CC: “tutto il tempo che vorrai.”

Comunque, trovato un mezzo accordo con CC ora vi faccio vedere i risultati di alcune interessanti mescolanze:
colori_ad_olio_seymour_alfio_racitiMi piacciono molto tutte le mescolanze dello Spinello e del Lapislazzuli (visto che bei viola?). Inoltre è da notare l’accoppiata del cremisi con i complementari (Malachite e Terra Verde) che dà dei grigi davvero niente male (CC: “nun se semo capiti allora..”). Dei grigi o, come mi fanno notare, dei tortora (abbiate pazienza).

Concludendo, abbiamo dato una brevissima occhiata ai colori ad olio Seymour; brevissima perchè la gamma è sterminata, i colori testati pochi e ancora non abbiamo nessun riscontro sul medio periodo ed eventuali ingiallimenti/annerimenti. Non escludo quindi di aggiornarvi in futuro o con un altro articolo o con delle aggiunte/correzioni di questo.
Intanto cosa posso dirvi? Che siamo di fronte certamente a dei colori di livello decisamente elevato, fatti indubbiamente con amore, forse ancora un po’ acerbi, ma validissimi. Come vi accennavo all’inizio, al momento in Italia potete reperirli solo da ReArt (negozio online che vi invito comunque a visitare poichè oltre ai Seymour ha il fior fiore dei materiali come Charvin, Harding, Borciani, Sennelier, Magnani ecc) la selezione contiene tutti i colori più affascinanti affiancandoli alle tinte più moderne.
Perchè a conti fatti la differenza sta qui: i colori “normali” (i vari PR101, la Terra Verde, la Terra di Siena, ecc) sono validi ma alla pari di tante altre aziende più facili da trovare in commercio (cito Schmincke, Old Holland, Blockx, Harding e, soprattutto, Ferrario con i suoi 1919), in questo senso il colore ad olio Seymour si pone come una semplice opzione nel settore degli extrafini.
Un discorso simile lo potremmo fare per i colori dei Maestri: oggigiorno si può tranquillamente dipingere senza un Blu di Lapislazzuli e senza un Verde Malachite, figuriamoci; abbiamo sostituti molto più economici e semplici da gestire.
Se, però, volete aggiungere un pizzico di romanticismo alla vostra pittura o, meglio, avere un buon motivo per emozionarvi una volta di più, o, insisto, siete mossi da pura e semplice curiosità verso alcune materie pittoriche leggendarie… bè, allora in questi (e molti altri) casi non dovreste badare al prezzo ma la cosa più sensata che potreste fare è quella di immergervi nella cartella colori di Seymour, fare un tuffo indietro nel tempo fino al Rinascimento e ritornare ai giorni nostri carichi di Lapislazzuli, Malachite, Lacca Cremisi, Cinabro dell’Amiata e tutti gli altri colori offerti da Seymour!

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