Come conservare i colori ad olio

Alfio Raciti come conservare i colori ad olio chiodi garofano

Uno dei primi problemi che si troverà ad affrontare il povero pittore ad olio (quello ricco se ne potrà tranquillamente sbattere) è come conservare i colori ad olio che sono avanzati sulla tavolozza. Quante volte dopo una sessione di pittura ci siam ritrovati a guardare con aria contrita le noci di colore avanzate rimaste lì?
L’idea di buttarli o lasciarli asciugare può rivelarsi un’esperienza frustrante, soprattutto se si tratta di colori di un certo pregio che magari ci son costati fior di quattrini; un conto è sprecare un po’ di Maimeri Classico da 2€ al tubetto, un altro è buttare un Blockx o un Ferrario 1919 o uno Schmincke Norma.
Personalmente ho sempre detestato gli sprechi, sia perchè sono povero in canna, sia perchè è oggettivamente un peccato rovinare i colori pensando a tutto il lavoro che c’è dietro la loro creazione.

Insomma, era un problema che dovevo in qualche modo risolvere.
Oggigiorno la prima cosa che si fa in questi casi è cercare sul web ma, come vi ho detto più e più volte, la maggior parte delle “soluzioni” si rivela inutile/dannosa/stupida. Siccome sono buono di cuore (CC: “ahahahahah!! Er Baronetto lo chiamano… Ma famme er piacere..”) ho deciso di provare tutte le varie opzioni fino a trovare qualcosa di funzionante.

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Andiamo a vedere cosa propone il web:

  1. Conservazione sott’acqua: praticamente si immerge la tavolozza in un contenitore pieno d’acqua. La teoria che sta dietro a tale metodo sarebbe quella secondo la quale l’acqua impedirebbe all’ossigeno di entrare in contatto col colore ostacolando quindi la polimerizzazione. In teoria potrebbe anche avere un senso. In pratica invece, oltre ad essere scomodissimo, ho avuto la sensazione che addirittura accelerasse l’essiccazione: già dopo 24 ore si forma una pellicola e dopo 48 ore il colore “fresco” sotto la pellicola presenta dei grumi che lo rendono inutilizzabile.
    CC: ma nun ce stà l’ossigeno pure nell’acqua?
    IO: bè, sì, ma in teoria dovrebbe essere legato. Mica lo so se può ossidare il colore lo stesso..
    CC: nun sai na mazza…
    Bocciato.
  2. Conservazione in sacchettini di plastica: si prende della pellicola per alimenti o qualcosa di simile (confezioni di plastica tipo quelle dei tovaglioli o degli alimenti refrigerati), si ritaglia un dischetto, si mette la noce di colore al centro e poi si richiude il tutto evitando bolle d’aria e fermandolo con un elastico. Questo metodo su come conservare i colori ad olio è scomodo come pochi, non riutilizzabile e che comporta uno spreco di colore pazzesco, perchè in parte si asciuga comunque e quando si apre (o si spreme, previo buchino nel sacchetto) questa piccola pellicola va a finire nel colore fresco rovinandolo.
    Bocciato.
  3. Conservazione in congelatore: si prende la tavolozza, si mette in una scatola e si infila il tutto nel congelatore. Il freddo intenso rallenta l’asciugatura e in effetti i colori resistono qualche giorno (2-3) senza troppi problemi, soprattutto quelli ad asciugatura più lenta, ma in ogni caso non è abbastanza.
    Bocciato ma utile
  4. Conservazione con olio di chiodi di garofano: l’olio di chiodi di garofano rallenta tantissimo l’asciugatura dei colori, tanto che, usandolo direttamente li rende quasi “inasciugabili”.  Potrebbe alfio raciti come conservare i colori a olio chiodi di garofanofare al caso nostro, ma per essere una buona soluzione al come conservare i colori ad olio bisogna capire come applicare questa sua proprietà in modo temporaneo. Dobbiamo sfruttare i “vapori” dell’olio di garofano!
    CC: mò voglio proprio vedè che te sei ‘nventato stavorta..
    IO: abbi fede cocca…
    Promosso!

Quindi: come conservare i colori ad olio? Con l’aiuto dell’olio di chiodi di garofano!
Procuriamoci una boccettina di essenza di chiodi di garofano (in inglese Clove Oil), potete trovarlo nelle erboristerie o in giro per il web, ad esempio qui. Ne serve pochissimo e una confezione da 5ml andrà bene e ci durerà a lungo.
Il principio che andremo a utilizzare consiste nel saturare l’aria con i vapori sprigionati dall’olio essenziale così da non metterlo direttamente in contatto con i colori (che non subiranno alterazioni nei loro tempi di asciugatura effettivi) ma da garantirci la sua azione conservante.
Ci servirà un contenitore ermetico (ma ermetico sul serio. Tipo quelli usati per il sottovuoto), una piccola tavolozza che stia dentro il contenitore (una lastrina di vetro, un pezzo di mdf o compensato trattato con cementite, ecc) e un batuffolo di cotone o, meglio, un dischetto struccante.

Il procedimento è molto semplice: appena conclusa la nostra sessione di pittura avremo cura di prendere le noci di colore avanzate e disporle, con l’aiuto di una spatolina, sulla piccola tavolozza; la tavolozza sarà quindi riposta dentro il contenitore ermetico in cui metteremo anche un dischetto struccante imbevuto con 5-10 gocce (dipende dalla grandezza del contenitore) di olio essenziale di chiodi di garofano. Una volta chiuso il tutto per bene vedrete che i colori resisteranno per almeno 2 settimane senza alcuna modificazione!
Se vogliamo strafare prendiamo il tutto e lo infiliamo nel congelatore per guadagnare ancora diversi giorni.
Guardate un po’ qua:

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contenitore ermetico con batuffolo impregnato di olio essenziale

Una cosa importante è che il tutto sia di volume più piccolo possibile: così da avere meno aria da saturare. Non ha molto senso inserire la tavolozza in una vasca ermetica da 10 litri… Più piccoli riusciamo a stare, meglio è.

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Ecco, una vaschetta 20x10cm. Perfetta!

Naturalmente tale sistema su come conservare i colori ad olio è stato precedentemente testato in maniera più che scientifica (CC: “ah, me pareva che te dovevano crede sulla parola”).
Ho preso due vasettini ikea perfettamente uguali, all’interno dei quali ho sistemato un quadratino di cartone telato su cui ho messo una noce di terra d’ombra bruciata (un colore che asciuga molto molto velocemente); in un vasetto ho sistemato un batuffolo di cotone imbevuto di olio essenziale mentre l’altro vasetto l’ho lasciato senza niente. Ho stretto i tappi il più possibile e li ho riaperti dopo 3 settimane.
In queste foto potete vedere il risultato:

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a sinistra la noce del vasetto senza olio essenziale (Si nota già la pellicola), a destra quella con l’olio.
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Vasetto senza olio di garofano: la pellicola è ben formata e resistente, il colore non è usabile
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Vasetto con olio di garofano: il colore è ancora morbido e fresco, come appena spremuto dal tubetto.
Sono passate 3 settimane!

Chi vuole una prova ancora più concreta si può beccare il video:

Direi che il problema è risolto. Possiamo dire addio agli sprechi dei nostri preziosissimi colori e ogni sessione di pittura si concluderà con maggior serenità, senza il patema “mò che faccio? lo butto??”

Fatemi sapere se l’articolo vi è stato utile, mi raccomando! Sennò CC si arrabbia e poi me la devo sorbire io
CC: ma che stai a dì?? Io sò n’angioletto! 
Magari fosse davvero un angioletto. Povero me..

Statemi bene!

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