Carissimi amici e colleghi, ben ritrovati!
Oggi grandi novità! Vi vorrei parlare di matite colorate per artisti. Lo so che non è una novità visto che la maggior parte del sito è dedicato alle matite colorate, ma abbiate pazienza: i bagordi delle festività natalizie si fanno ancora sentire e la mia creatività è sepolta da panettoni, cotechini, pasta al forno e altre robe mangerecce.
Torniamo a bomba, si parlava di matite colorate professionali: in questa recensione vi farò conoscere le Caran d’Ache Museum Aquerelle che gli amici di Momarte (un nuovo negozio tutto italiano di cui vi parlerò meglio a breve) mi hanno mandato per una prova su strada.
La Caran d’Ache dichiara che queste matite colorate professionali non sono delle banali “matite acquerellabili” ma,
bensì, degli “acquerelli sotto forma di matita”: l’esatto significato di questa affermazione è abbastanza oscuro (probabilmente anche opinabile) ma ai nostri fini importa poco. L’unica cosa che ci interessa è sapere se queste matite funzionano e rispettano le promesse.
Le matite sono indubbiamente ben confezionate: scatola robusta e gommapiuma scanalata per accogliere le 12 tonalità che oggi andremo a testare. Come nelle migliori famiglie è presente un bugiardino multilingue (italiano, stranamente, compreso) con tutte le informazioni sul prodotto.
I vari colori non hanno dei nomi “propri” ma sono identificati da asettiche sigle numeriche, accorgimento che non agevola di certo la memorizzazione da parte dell’artista (soprattutto quando va a ordinare le singole matite sfuse e devi metterti lì a leggere numero per numero).
Fusto esagonale dalla finitura molto piacevole al tatto: una bella verniciatura nera opaca che smussa gli angoli e si lascia tenere bene in mano. Piccolo problema: forse la verniciatura è troppo spessa e ho avuto difficoltà a far entrare le matite nel mio temperamatite elettrico. Ho dovuto temperare a mano.
Nel fusto, oltre al nome della serie “Museum aquerelle” e al codice colore troviamo anche una serie di asterischi (dove 5 è il massimo) che indica la resistenza alla luce. Potete facilmente vedere dalla foto che 10 tonalità su 12 sono classificate con “massima resistenza”, 1 con resistenza “media” (il blu 640) e 1 con resistenza “buona” (il grigio 508).
Andiamo sulla carta ora…
Userò una Fabriano Tecnico6 ruvida e una Fabriano Tiziano, non sono esattamente carte da acquerello ma, francamente, poco mi importa delle descrizioni di Caran d’ache: per me una matita è innanzitutto una matita e va usata come tale, se poi si può anche acquerellare è una questione secondaria.
I colori sono tutti molto vividi, si vede che la mina è carica di pigmento e ben legata; la consistenza leggermente untuosa delle matite acquerellabili si avverte chiaramente e comunque si stendono con una certa facilità. Già da asciutte spicca l’arancio 530 e il blu 670, il “marrone” (che brutta parola mamma mia) 059 invece non mi fa ben sperare.
Andiamo a bagnare il tutto!
Le tinte si solubilizzano velocemente e la quantità di pigmento è decisamente buona. Le sorprese però non mancano e a fronte di un arancio 530 e blu 670 che si “aprono” in luminosità abbiamo un’ocra 034 e un verde 720 molto più deboli. Sorpresa in positivo (almeno per quanto riguarda la saturazione) il verde 710 che mi fa subodorare un pigmento alla ftalocianina (stesso discorso si applica al blu 670).
Siccome sono un tipo piuttosto malfidente (e siccome avevo già in casa un set) ho fatto un confronto con le “sorelle” Caran d’Ache Supracolor (altre acquerellabili della ditta svizzera) almeno per le tinte analoghe: non mi sento di dire che ci siano molte differenze, ma, ripeto, il confronto è stato limitato a pochi colori.
Sono passato poi a fare i soliti classici test di sfumatura a secco e in umido: niente di nuovo, come tutte le acquerellabili a secco si sfumano fino a un certo punto e il meglio lo danno con un goccio d’acqua passato a pennello, vedere la foto per credere.

In basso a sinistra i test di sfumatura a secco e a umido
Un paio di prove di cancellatura ci confermano che da asciutte sono piuttosto cancellabili ma una volta bagnate diventano inamovibili con la gomma.
Un modo simpatico di usare le matite colorate per artisti acquerellabili è quello di creare delle spesse sovrapposizioni di colore su un foglio di carta ben pesante e poi intingere il pennello nei vari quadrati, a mò di tavolozza improvvisata, e poi far finta di avere a che fare con un acquerello vero e proprio.
Ancora, è possibile inumidire il foglio e poi disegnarci sopra direttamente con la matita, per avere dei tratti decisi e molto saturi.
Oppure iniziare a secco e poi fondere le tinte con un pennello bagnato, aspettare che si asciughi e poi ricominciare (con questa tecnica scegliere una carta ottima è fondamentale, sennò scordatevi di fare più di 2 passaggi).
Alcuni amano intingere il pennello bagnato direttamente nella punta della matita stessa.
Insomma, le matite colorate per artisti acquerellabili sono tra gli strumenti più versatili che ci sono in commercio e permettono una lavorazione in più fasi. Immaginate di andare a fare un giretto per paesaggi e portar con voi solo una scatola di Museum Aquerelle, un pennello morbido e un bel blocco di carta pesante: potete schizzare rapidamente una veduta “asciutto su asciutto”, bloccare le masse di colore acquerellando e poi, una volta tornati in studio, completare il lavoro facendo tutte le sovrapposizioni che volete. Mica male!


Per fare una più accurata recensione matite per artisti Caran d’Ache Museum Aquerelle ho pensato bene di dipingere la classica “melanzana dell’artista” (non chiedetemi da dove l’ho tirata fuori perchè non ne ho la minima idea.). Iniziando con delle leggere campiture di cremisi e blu 670 a cui ho aggiunto un po di giallo sul, uhm, “picciolo?” della melanzana per avere un verde finale.
Passando ad acquerellare ecco che il blu 670 ruba completamente la scena e la sua forza cromatica si “mangia” quasi del tutto il cremisi 350 (a questo punto sono praticamente certo che si tratta di blu ftalocianina)!
Lascio asciugare e procedo ad una sovrapposizione di solo cremisi 350 per riequilibrare il tutto.
Dopo un po’ di lavoricchio il risultato è quello che vedete nelle foto in basso.
Queste Caran d’Ache Museum Aquerelle sono matite pensate per professionisti (vere matite colorate per artisti insomma!) e si comportano come tali: ogni colore ha un comportamento peculiare che riflette il pigmento utilizzato (e riflette anche la cura che ha messo Caran d’Ache per progettarle). Per questo è importante prenderci la mano, perchè alcune tinte, soprattutto se acquerellate, possono cogliervi di sorpresa e scombinarvi i piani. Un periodo di apprendimento è quindi necessario vista la “potenza” teorica del mezzo e la cura di realizzazione.
Da un altro punto di vista però non posso fare a meno di chiedermi quanto si sentisse l’esigenza di affiancare alle già ottime Supracolor un’altra serie di acquerellabili, soprattutto alla luce della estrema somiglianza delle due serie. Ora, posso capire che con queste Museum Caran d’Ache abbia voluto offrire un top di gamma (anche nel prezzo non esattamente popolare) nel settore “acquerellabili” ma avrebbe avuto molto più senso proporre un assortimento di tinte TUTTE con massima resistenza alla luce (come ha fatto con le Luminance) anzichè avere in gamma anche tinte con bassa e media resistenza.
Vediamo i pro e contro:
PRO:
Alta concentrazione di pigmento
Colori che riflettono il comportamento del pigmento
Estremamente versatili
Resistenza alla luce globalmente alta
CONTRO:
All’atto pratico poche differenze con le Supracolor
Non tutte le tinte con massima resistenza alla luce
Gamma forse troppo vivace (ma è questione di gusti)
Prezzo piuttosto elevato.
Concludendo, queste matite colorate per artisti Caran d’Ache Museum Aquerelle, checchè ne dica la ditta, sono delle normalissime matite acquerellabili, seppur realizzate con degli standard decisamente alti. Come molti di voi sanno già io non sono un fan delle acquerellabili tuttavia i prodotto è ottimo, quel che mi lascia perplesso è il segmento di mercato in cui si vorrebbe inserire, perchè se miri a offrire un top assoluto (e l’idea di Caran d’Ache è proprio questa) devi necessariamente garantire la massima resistenza alla luce per tutte le tinte e non solo per la maggior parte. Intendiamoci, se stessimo parlando di matite da inserire in un contesto di fascia medio-alta, avere già la “maggior parte” delle tinte con massima resistenza alla luce mi avrebbe soddisfatto alla grande. Ma in questo caso si parla di un prodotto di fascia “massima”e, soprattutto, con un prezzo non indifferente, quindi sono “costretto” a fargli le pulci.
Le alternative a questo prodotto le ho già nominate: le sorelle Caran d’ache supracolor sono estremamente simili e comunque ben fatte. O ancora le intramontabili Derwent Watercolour.
Tuttavia, se volete provarle ad un ottimo prezzo potete considerare l’idea di acquistarle qui (il 15% di sconto non è poco e, soprattutto le spedizioni costano pochissimo). Per chi preferisce una gamma più estesa le Museum acquerelle sono disponibili anche nella selezione “marina” (sempre qui su momarte e sempre scontata) e nella selezione “paesaggio”.
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Detto ciò, vi lascio con qualche altra foto e vi saluto che tra poco è capodanno e mi aspettano altre magnate colossali.
Ciao!