Vi racconto come è nata l’idea e il processo che han portato alla luce Elvira, la mia tavolozza da pittore (o “Taboret” come dicono gli inglesi) fatta in casa su misura e sulle mie esigenze.
L’irrequietezza di fondo che mi porta a provare sempre cose nuove deve fare i conti con la semplice fisica di tutti i giorni. Dopo lunghe riflessioni ho quindi potuto elaborare “L’Assioma del Pittore”:
“dato un numero qualsiasi di corpi dotati di un volume X proprio, (la cui sommatoria dei volumi sarà indicata con X’) posti dentro un altro corpo cavo la cui capacità, indicata con V, è inferiore alla somma del volume dei corpi contenuti causerà due eventi in rapida successione e cronologicamente non-invertibili:
1) l’entropia avrà un aumento esponenzialmente proporzionale all’avvicinarsi dell’uguaglianza V=X’
2) il raggiungimento dell’uguaglianza V=X’ e il tentativo coatto di trasformarla in X’ minore di V causerà l’esplosione del corpo cavo.”
In parole povere:
1) più aumentano colori, matite, pennelli, diluenti, accessori varii, ecc, più saranno incasinati.
2) tentare di infilare a forza una scatola di pastelli dentro lo pseudosportello che dovrebbe contenere il tutto è SEMPRE una pessima idea.
Mi serviva altro spazio.
Parto quindi alla ricerca di una cassettiera (o simili) che potesse fare al caso mio. Un breve giro nei vari negozi mi vede tornare a casa con un’espressione simile a chi ha tentato ripetutamente di comprendere la fenomenologia del Tutto e invece ha sperimentato la sensazione più prossima al Nulla eterno.
La causa?? Presto detto: l’oscenità dei prezzi richiesti per misere scatole di legno con qualche buco (li chiamano “cassetti”, pensa te!).
Inutile parlare di mobilucci “pensati” per l’attività artistica: a parità di spazio il prezzo era almeno triplicato.
In preda allo sconforto sento qualcuno che mi tamburella la spalla… mi giro e, sorpresa!, lo spirito di McGyver mi guarda con aria affranta e mi sussurra: “fattela da solo, idiota”.
Ha ragione!! Potrei realizzarla esattamente modellata attorno alle mie esigenze, senza dovermi adattare a robe già fatte, con le misure che dico io e con gli accessori che mi servono davvero!!
Dopo un paio di giorni di “progettazione immaginaria” (elaboro sempre prima il tutto mentalmente, di solito mentre guido, affrontando eventuali problemi, sostituendo pezzi, aggiungendo robe, ecc. Alla fine mi ritrovo con una sorta di progetto mentale che, solitamente, fornisce un prodotto funzionante. Dico davvero) inizio a raccattare il raccattabile e mi ritrovo con la maggior parte del materiale già dentro casa: vecchi mobili pronti da smontare per usarne le strutture in truciolare e i pannelli, assi, assicelle e travi di legno residuate da altri lavori, viti e colla.. insomma: devo comprare solo la vernice, i supporti per i tubi e i binari per i cassetti.
L’idea di fondo è molto semplice: una scatola con due mensole che delimitino uno sportello inferiore, un’area cassetti e una mensola “vuota”, il tutto sormontato da una tavola che ospiterà la tavolozza. Sarà autoportante e tenuto assieme solo da colla (pattex millechiodi) e non da viti (lavorando col truciolare è bene evitare, vista la tendenza a sbriciolarsi). Dotata di rotelle per poter essere spostata e “pensata” per stare alla mia destra mentre dipingo e darmi tutto a portata di mano ma con una grande superficie per mescolare i colori… Ecco, volevo avere sempre tutti i colori sott’occhio! Come fare?? Durante una delle mie solite guidate-progettuali e pensando agli espositori dei negozi, ho escogitato una sorta di scaffale con dei supporti per i tubi in modo da tenerli in verticale!
Larghezza e profondità (60×40) sono state derivate dalla lastra di vetro che avrei usato come tavolozza (50×35); l’altezza inizialmente era vincolata al tavolo che uso di solito (74cm) e a cui dovrebbe essere accoppiata: purtroppo alla fine (causa un obbligato cambio delle rotelle) ho sforato e la tavolozza è quasi a 80cm d’altezza… spero non sia scomoda.
Ma ora lasciamo parlare le immagini!! Nella gallery qui sotto potrete vedere le varie fasi corredate da una breve didascalia descrittiva.






Lo incolliamo e mettiamo in pressione con un grosso peso inframezzato da un pannello per meglio distribuire le forze..



Suggerimento: vista la grande assorbenza del legno la cementite va passata con mani sempre meno diluite; partite da una diluizione al 60% cementite + 40% Ragia per arrivare all’ultima mano con la cementite al 90% scartavetrando leggermente tra le varie mani. Così avremo una superficie assolutamente impermeabile, fortemente adesa e pronta per ricevere la vernice a smalto!


Nel frattempo ho pure montato lo sportello con cerniere.


Le guide per lo scorrimento costano poco: 3,10 € per quelle da 30cm.

Ne ho voluti solo due, ma ben larghi.









gran soddisfazione!
Bene, vi ho raccontato brevemente questa piccola avventura. Francamente ne vado davvero fiero (cosa rara): fa esattamente quello di cui ho bisogno e nel modo in cui piace a me, è più robusta di quanto pensassi, la verniciatura è impermeabile e resistente ed è riuscita a contenere TUTTO quello che riguarda le tecniche umide! Olio, acrilici, acquerelli, imprimiture&collaterali! Questo dimostra come una gestione degli spazi “intelligente” e orientata a un preciso utilizzo sia sempre la scelta migliore.
Il mio consiglio è di non avere paura a provare! Credetemi, è davvero più semplice di quanto sembri: basta un minimo di attenzione alle misure e una buona dose di pazienza. E ovviamente una grossolana aspettativa di quel che vi serve.
Vi lascio con altre foto della mia “Elvira” (l’ho battezzata così!) pronta e già farcita di roba.
Allora!! Vi è piaciuta questa “Taboret” fatta in casa?? Se sì vi invito a condividere l’articolo, magari qualcuno può migliorarla e poi facciamo una “Tavolozza pittore 2.0”!!
Naturalmente resto a vostra disposizione per ogni domanda!