Questo articolo sui colori a olio Mussini è stato scritto da Mimmo Ceccarelli, pittore di rara abilità, grandissimo esperto di materiali per belle arti e persona estremamente disponibile e paziente, che tanto mi ha insegnato.
A lui va il mio personale ringraziamento per aver messo, ancora una volta, una piccola parte della sua enorme esperienza a disposizione di tutti, consentendo la pubblicazione di questo ed altri articoli.
Facciamone tutti buon uso
Qua sul sito potete trovare altri articoli di Mimmo, ad esempio: “vernici da ritocco e vernici finali”, “gli essiccanti nella pittura ad olio” e molti altri.
Schmincke: colori extrafini ad olio e resine MUSSINI
Il primo problema che si pone, quando si vuole scrivere di un prodotto come questo, è la facilità con cui si può cadere nell’esagerazione. D’altra parte la particolare formula con cui sono composti questi colori li rende unici al mondo. Detta così potrebbe anche sembrare una “sparata”; in realtà, chiunque li abbia provati anche solo una volta, anche solo una tinta, sa bene che le cose stanno proprio così. E’ un dato di fatto: non esiste, in tutto il panorama produttivo mondiale, un colore che si possa confrontare con i Mussini, perché tutto – di essi – mira a farne un materiale incomparabile.
Il secondo problema è che si ha a che fare con un autentico mito, una pietra di paragone, un nome di un peso senza pari, che è entrato – a pieno diritto – nell’immaginario di moltissimi pittori, professionisti o semplici appassionati.
Come per tutte le gamme di produzione Schmincke, anche i colori a olio Mussini si avvalgono della classificazione a 5 livelli. Per chi non avesse letto l’articolo sul Norma Professional, ricordo che ogni gradino della scala è rappresentato da una stella, e va letta in questo modo:
– * = scarsa resistenza alla luce (corrispondente al gradino 3-3,5 della BWS);
– ** = limitata resistenza alla luce (corrispondente al gradino 3,5-5 della BWS);
– *** = buona resistenza alla luce (corrispondente al gradino 5-6 della BWS);
– **** = alta resistenza alla luce (corrispondente al gradino 7 della BWS);
– ***** = altissima resistenza alla luce (resistenza massima corrispondente al gradino 8 della BWS).

IL MUSSINI IN GENERALE E LA SUA STORIA
I colori ad olio e resina hanno sempre avuto una tradizione antichissima, con basi ben solide nei vari atelier degli antichi maestri. Il problema che ne impedì la diffusione anche in altri ambiti fu’ piuttosto banale, ma fondamentale per l’epoca: la mancanza di un recipiente che fosse in grado di contenerli senza farli deperire. Il colore, infatti, veniva inserito in vesciche di maiale, non adatte a colori contenenti resina, a causa della loro veloce essiccazione.
Nel 1841, con l’invenzione del tubetto moderno, le cose cambiarono, e quell’impedimento venne meno.
Qualche tempo dopo la Schmincke (che già produceva materiali di prima qualità) scoprì che c’era un Professore dell’Accademia di Firenze, il Prof. Cesare Mussini, berlinese di nascita, pittore, studioso e conservatore di antiche ricette di colori, tra cui quelle ad olio e resina. Eviterò di fare polemica, e non sottolineerò che, in Italia, il geniale Prof. Mussini non se lo filavano neanche di striscio…
Quelli della Schmincke dell’epoca (Hermann Schmincke e Josef Horadam, fondatori della Ditta H. Schmincke & Co.), che cercavano proprio delle ricette per riportare in auge i colori ad olio e resine, invece capirono l’assoluta importanza della cosa, e che fecero? La cosa più intelligente e naturale che potessero fare: comprarono le ricette!
La produzione su larga scala inziò dopo il 1880, e fu’ un trionfo annunciato. Trionfo al quale, purtroppo, il Prof. Mussini non potè assistere: era morto il 24 maggio 1879.
Dall’inizio della produzione industriale, i colori a olio Mussini sono stati oggetto di varie modifiche, dirette di volta in volta a migliorare sempre più un prodotto eccezionale per sua natura. La logica di base, ovviamente, è sempre rimasta identica.
Il Mussini, grazie a percentuali variabili di resina nell’impasto a seconda del pigmento di base utilizzato, ha una progressione di essiccazione tutta sua, che permette l’assenza totale di tensioni o, peggio, screpolature nel film pittorico.
La resina dammar (Schmincke usa esclusivamente la qualità migliore, quella indonesiana), ingrediente fondamentale in questo colore, è veicolata da un solvente, ed essicca per evaporazione. Di contro, il legante grasso utilizzato nella gamma, che può essere olio di lino, di cartamo, di papavero e di girasole, essicca per polimerizzazione/ossidazione. Ora, succede – com’è noto – che durante la polimerizzazione si ha un aumento di volume dello strato pittorico. Tale aumento di volume viene continuamente compensato dalla analoga riduzione di volume prodotta dalla evaporazione del solvente nel quale è disciolta la resina dammar.
I vantaggi sono chiari: maggiore brillantezza, essiccazione perfetta, molto omogenea e più veloce (la resina funge anche da essiccante), ingiallimento limitatissimo o assente, maggiore elasticità, conservazione dell’opera migliorata (parlano chiaro le opere antiche dipinte con olio e resine).
LA GAMMA
La gamma, recentemente aggiornata in modo deciso, oggi consta di 108 tinte, di cui 64 sono a base di un unico pigmento e 7 sono metalliche. 106 tinte sono classificate **** oppure *****. Solo due tinte (garanza alizarina e blu reale scuro) sono classificate ***. La suddivisione del prezzo è su 8 fasce. A parte la mostruosa tenuta alla luce dell’intera gamma, voglio ricordare che la Schmincke è molto “avara” e severa nelle classificazioni di resistenza: molti test – effettuati personalmente – hanno evidenziato come colori classificati *** (media resistenza alla luce) si sono rivelati più solidi rispetto a colori di altre marche, classificati come “massima resistenza alla luce”.
La spaziatura delle tinte è di raro equilibrio, specialmente nelle fasce dei colori primari (rossi, gialli e blu).
L’intera gamma, fino al 2010, è stata disponibile in tubi da 15ml e da 35 ml. A partire dal 2011 Schmincke ha eliminato il formato da 15 ml, perché la differenza di prezzo con il formato maggiore (35ml) era troppo marginale rispetto al quantitativo, a causa dei costi di confezionamento. L’intera gamma è, quindi, attualmente disponibile in formato da 35 ml. Una selezione scelta di 32 tinte è disponibile in tubetti grandi da 150ml.
Bianchi
– E’ presente un vero bianco di zinco (puro PW4).
– Il bianco di titanio è tagliato con piccole percentuali di zinco; personalmente la ritengo una scelta valida, poco zinco in un bianco di titanio migliora le proprietà di quest’ultimo.
– E’ ancora presente il Bianco d’argento, una miscela di biacca ed ossido di zinco. Viene indicato per soli scopi di restauro, ma molti pittori sanno quanto può essere prezioso per la normale pittura.
Neri
Un tripudio di tinte, non manca proprio nulla! Nero di carbonio (Nero fumo 781 – PBk7), un meraviglioso nero perilene che adoro (un nero moderno freddo e semitrasparente, 779 Atramento – PBk31), addirittura un nero spinello (783 – nero minerale). Ovviamente, c’è anche il nero avorio. Attenzione se lo usate, il Mussini è molto violento e ricco di pigmento, ne basta pochissimo.
Terre ed ocre
Mamma mia…
C’è una vera Terra di Siena naturale, bella come poche, ed anche una sua imitazione composta da 2 pigmenti, ancora più bella. Esiste anche una terra verde di Boemia (646) che è un incanto. Nell’intera serie delle terre – a parte l’ocra gialla di cui parlo nella sezione “difetti” – non riesco proprio a trovare nulla che non vada, un suggerimento per migliorarle, niente. Perfette.
Rossi
Nella gamma di colori a olio Mussini sono presenti alcuni colori bellissimi ed unici nel loro genere, come il Rosso fiorentino (perilene PR179) ed i rossi DPP (Diketo Pyrrolo). Sono il 364 (tinta rosso vermiglione) ed il 342 (tono rosso di cadmio). Per questi ultimi c’è un discorso da fare a parte. Si tratta di pigmenti moderni, con una resistenza alla luce assoluta, che hanno un costo piuttosto elevato, circa 25 euro per 100 grammi di pigmento. Molti fabbricanti usano allungarli parecchio con cariche inerti, fino a farli diventare semicoprenti o semitrasparenti. In realtà, se trattati a dovere, senza furbizie e senza massacrarli, i pigmenti DPP sono coprenti; per inciso, sono le uniche VERE alternative ai rossi contenenti cadmio. Nell’immaginario collettivo, le imitazioni sono tinte di fascia inferiore, perché ci si è abituati a questo concetto. Schmincke, nella sua linea Mussini, ha creato due imitazioni di rosso di cadmio di qualità pari alle tinte autentiche, con la stessa coprenza e con una potenza cromatica forse anche di poco superiore.
Per quanto riguarda i rossi di cadmio autentici in gamma, invece, voglio fare una precisazione importante.
Si tratta di 3 tinte: 356 Rosso di cadmio chiaro, 341 Rosso di cadmio medio, 357 rosso di cadmio scuro. In tutte e tre viene indicata una mescolanza di PR108 (solfoseleniuro di cadmio) e PW21 (Solfato di bario). La presenza di bianco di bario in questi rossi ha lasciato in molti qualche perplessità, e si è pensato ad un colore meno puro. Le cose stanno diversamente, e cioè:
– i rossi di cadmio hanno tutti bisogno, indistintamente, di una carica che ne corregga la reologia, perché se macinati con solo olio producono una pasta terribile, gommosa, fibrosa ed inutilizzabile, a meno che non si scelga di lasciare il colore allo stato liquido e rinunciare alla giusta consistenza;
– il PW21 è una comune carica inerte, di alto peso specifico, che può essere usata solo con pigmenti molto potenti e coprenti, e che richiede una quantità minima rispetto ad altre cariche come la calcite o il carbonato di calcio rivestito;
– alla Schmincke, se avessero voluto, avrebbero potuto omettere la presenza di PW21, come fanno tutti gli altri produttori che lo usano, restando perfettamente ed abbondantemente negli standard previsti;
– alla Schmincke hanno preferito, per la correttezza che li ha sempre contraddistinti, dichiarare la carica usata, cosa che nessun altro fabbricante si sogna di fare. Traete voi, personalmente, le dovute conclusioni.

Gialli
Discorso analogo a quello dei rossi. Oltre ai comuni gialli ed arancio di cadmio, sono presenti in gamma dei gialli prodotti con moderni (e costosi) pigmenti. Sono presenti i gialli di vanadio/bismuto, che potrebbero in un futuro sostituire i gialli di cadmio, e di un bellissimo PO67, coprente, di grande potere colorante, chiamato “Tono arancio di cromo” (243).
Anche quì, nei gialli di cadmio, viene indicata la presenza di PW21; vale lo stesso discorso fatto precedentemente per i rossi di cadmio.
Azzurri Violetti e verdi
Oltre al normale blu di cobalto, c’è una bellissima imitazione, classificata ****, coprente, inserita alla fascia di prezzo più bassa. E’ composta talmente bene che non si distingue dal colore autentico, se non per il prezzo. Presente il blu a base di antrachinone (PB60) che io amo particolarmente, e che in Schmincke viene chiamato “Blu di Delft” (493). C’è anche un indaco moderno, analogo a quello naturale ma prodotto sinteticamente, che produce un colore coprente (478 – Indaco – PB66).
Una piccola parentesi: mi fermo, a volte, a pensare a quanti pigmenti blu meravigliosi abbiamo a disposizione oggi. Per me, che amo il blu, è una vera manna dal cielo…
E’ presente un autentico violetto di cobalto, che tra l’altro colma il vuoto presente nella serie “Norma Professional”.
I verdi sono ben calibrati, e tutti ad altissima pigmentazione. E’ stato riscontrato un problema di nomenclatura per un paio di tinte importanti, del quale parlo nella sezione “difetti”.
Grigi
E’ stata inserita in gamma una nutrita serie di grigi, caldi, freddi e neutri. Ciò per assecondare l’attuale gusto di disporre di questi colori già pronti. Personalmente, compongo da me i grigi che mi occorrono, ma un fabbricante come Schmincke non poteva restare sordo alle richieste del mercato.
Colori trasparenti
Sono presenti, come consuetudine della casa, colori specificatamente pensati per le velature. Non si tratta di pigmenti scaricati fino a farli diventare adatti ai glacis, ma di colori ad alta pigmentazione ed a specifica tendenza trasparente. Tra questi c’è un interessantissimo Rosso ossido trasparente (365) a base di ossido di ferro, che funziona perfettamente come Terra di Siena bruciata in tutto analoga a quella tradizionale italiana. Davvero un colore bellissimo ed utilissimo.
Colori metallici
Ultimamente sono stati inseriti in gamma 7 colori metallici, denominati “Mussini Gold Edition”, tutti coprenti:
– 860 Oro bianco;
– 861 Oro Rinascimento;
– 862 Oro antico;
– 863 Oro giallo;
– 864 Oro bronzo;
– 865 Oro rosa;
– 866 Rame.
Personalmente non sono un fautore di questo genere di colori, ma mi rendo conto che il mercato li richiede continuamente. Una casa come la Schmincke non poteva esimersi dal tenerli in una gamma importante come quella Mussini. Mi sono comunque ripromesso di provarli (sono venuto in possesso di un paio di tubetti).
Di primo acchitto sembrano molto ricchi, macinati con grande accuratezza, molto pigmentati, di bella densità. Meritano a pieno titolo il marchio “Mussini”.
IMPRESSIONI D’USO
Dipingere con i colori a olio Mussini è decisamente una bella esperienza. Chi li ha usati anche solo una volta, difficilmente dimentica quel gradevole e leggero profumo, tipico di questo materiale.
La prima impressione che si ha è di avere per le mani un materiale di cui ci si può fidare ciecamente, che non riserverà sorprese. Alcuni colori, appena aperto e spremuto il tubetto la prima volta, possono tirar fuori qualche goccia di legante in eccesso. Ciò accade solo con quelle tinte composte da pigmenti che hanno una CVCP (concentrazione volumetrica critica del pigmento) molto alta, ovvero che abbisognano di molto legante per essere macinate. Alcuni esempi sono il Nero Perilene (Atramento 779) e la terra verde di Boemia (646). In ogni caso si tratta di poche gocce a inizio tubetto, sono indice di genuinità e di assenza (od uso modestissimo) di antiseparatori a base di saponi metallici, ed il resto della pasta nel tubo è perfetta. D’altra parte, l’avere tra le mani un nero perilene senza la minima risalita d’olio mi lascerebbe parecchio perplesso.
La consistenza è tipicamente mediodensa, molto gradevole, con alcune differenze a seconda del pigmento utilizzato. La macinazione risulta estremamente accurata, mai esagerata, volta ad ottenere il massimo rendimento cromatico.
Al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, il Mussini è un colore sempre molto brillante ma non lustro, perché la resina dammar è dosata in modo tale da lavorare nell’impasto senza infastidire o stravolgere la natura dei vari pigmenti.
Il colore resta sulla tavolozza piuttosto a lungo, senza fare la pelle; questa qualità, unita al bocchello di diametro ridotto, permette un’assenza di spreco di materiale, cosa quantomai gradita, specialmente nel caso di un prodotto di questo livello e costo.
Una volta steso sulla tela, i colori a olio Mussini cominciano a tirare prima di quanto farebbe un colore ad olio esente da resine; mantiene una eccellente pennellabilità per parecchie ore, ma l’essiccazione superficiale avviene generalmente più in fretta.
Il film pittorico, una volta essiccato, mantiene una vividezza molto accentuata, che spesso rende superfluo l’uso di vernici da ritocco in caso di pittura non alla prima.
Una particolarità molto gradita, che ho scoperto durante l’uso pratico, è l’assenza di appiccicosità, anche in estate, ed anche nel caso di uso di vernici da ritocco a sola base acrilica. Ricordo che le resine acriliche hanno una temperatura di transizione vetrosa più bassa rispetto alle chetoniche, e quindi manifestano più facilmente appiccicosità durante i mesi più caldi (vedi articolo nella sezione tecnica). Non ho spiegazioni oggettive che mi chiariscano questo comportamento, atipico e molto interessante, se non che la resina dammar presente nel colore, in qualche modo, mitighi il problema delle vernici acriliche d’estate.
Pregi
I pregi, leggendo l’intero articolo, sono evidenti:
– essiccazione controllata grazie alla presenza di resina dammar;
– gamma calibratissima e ben spaziata;
– resistenza alla luce al top;
– è un prodotto Schmincke, e si ha a che fare con un fabbricante che dimostra una serietà ed una competenza senza paragoni;
– ogni volta che Schmincke aggiorna una gamma (e non succede spesso), lo fa con cognizione di causa, senza sotterfugi, al solo scopo di migliorare un prodotto.
Difetti
La perfezione non è di questo mondo. Ho sempre cercato il classico pelo nell’uovo, una volta arrivato a questa sezione dei miei articoli, se non altro per una correttezza di informazione. In questo caso questo paragrafo potrebbe anche restare vuoto: il Mussini di Schmincke è un prodotto che – per me – non ha difetti.
Tuttavia, dato che le critiche costruttive sono fondamentali in questo genere di articoli, mi sono sforzato per trovare qualche cosa che potrebbe essere modificata, e che elenco di seguito.
– L’ocra gialla (656 Ocra chiara greca) dovrebbe essere un poco più coprente. Il colore attuale, classificato come semi-trasparente, non da veri problemi nell’uso reale, e la tonalità è bellissima, ma alcuni pittori preferiscono un’ocra gialla più robusta.
– Alcuni pittori fanno confusione con due verdi, il 529 (viridian) ed il 512 (verde di cromo lumin). Succede che quando si vuole un verde smeraldo autentico (il famoso PG18), chiamato anche viridian nei paesi anglofoni, si tende a comprare il 529, che però NON E’ un verde smeraldo, ma un bel verde luminoso composto da 3 pigmenti (PW4-PY184-PG18). Se si vuole un verde smeraldo autentico bisogna acquistare il
512 (verde di cromo lumin), che è composto da puro PG18, e quindi è il vero Viridian, in Italia chiamato verde smeraldo. Insomma, in questo caso le denominazioni adottate creano qualche confusione ai pittori meno esperti.
– Il verde Veronese (PG19 – Emerald green nei paesi anglofoni), caro a molti pittori, è camuffato come “Verde orientale” (535). Peccato, perchè il PG19 Mussini è il più bel Verde Veronese che mi sia capitato di usare, superiore di gran lunga a qualsiasi altra marca.
– E’ stato eliminato il Carnicino n° 4 (222), e personalmente non ne sento la mancanza (non l’ho mai usato). Inoltre alla Schmincke hanno tirato fuori un nuovo carnicino (206) decisamente più bello e, per finire, nel loro opuscolo indicano chiaramente la mescolanza da adottare per ottenere il vecchio tono con le nuove tinte. Però ho trovato molti pittori che girano per negozi di belle arti – e sul web – alla ricerca di fondi di magazzino del defunto carnicino n° 4. Mi chiedo: se c’era tanta richiesta, perché eliminarlo? Però, forse, gli unici nostalgici li ho beccati io.
MESCOLANZE CON COLORI DI ALTRI PRODUTTORI
In questo caso ho avvertito un certo fastidio all’idea di mescolare questi meravigliosi colori con altri prodotti, anche se di classe elevatissima. Ad ogni modo, per amor di sperimentazione, sono state testate nel tempo mescolanze con una limitata gamma di colori ad olio di altri fabbricanti, solo di fascia top:
– Blockx extrafine;
– Lukas 1862;
– Maimeri Puro;
– Michael Harding;
– Old Holland;
– Schmincke Norma Professional;
– Vasari Classic Oil Colours.
I colori a olio Mussini non si limitano a mescolarsi alla perfezione con gli altri colori, ma in generale inducono sempre un certo miglioramento nell’essiccazione e nella potenza cromatica. Nello specifico, i risultati migliori si sono avuti con i Norma della stessa Schmincke (incredibile il “family look” dei due prodotti), con i Blockx e con gli Old Holland. Questi due ultimi (Blockx ed Old Holland) posseggono una carica pigmentaria analoga, ma sono un po’ più grezzi, specialmente l’Old Holland.
Con il Maimeri Puro c’è stato qualche problema di essiccazione (appiccicosità superficiali residue), limitatamente ad alcune tinte Maimeri contenenti nero d’ossa (il nero avorio ed il bruno Van Dyck) ed al Rosso sandalo. Un problema analogo si è avuto anche con il bianco di Titanio Maimeri Puro. Considerato che lo Schmincke Mussini ha dimostrato ampiamente le proprie qualità al top, e che tali comportamenti non si sono verificati in nessuno degli altri casi, ne deduco che il problema non riguarda i colori a olio Mussini, ma il Maimeri Puro. In ogni caso, per precauzione, sconsiglio di utilizzarli insieme durante la stessa sessione di lavoro.
CONCLUSIONI
Non c’è storia; Schmincke conferma di essere, a pieno diritto, tra i migliori fabbricanti di materiali per belle arti al mondo. Non lo dico perché è la mia marca preferita in assoluto (sotto quell’aspetto, per me, non è tra i migliori produttori, ma IL migliore), ma affermo questo in tutta obiettività e con cognizione di causa.
I colori a olio Mussini rappresentano il loro fiore all’occhiello, e quindi era del tutto lecito aspettarsi il massimo; l’aspettativa non è stata delusa.
Per semplificare la transizione dalla vecchia alla nuova serie, in un opuscolo diffuso, relativo ai Mussini, Schmincke ha creato delle tabelle di mescolanza, che permettono di ottenere una tinta della vecchia serie, e non più in produzione, partendo dalle nuove. Inoltre sono specificati – tinta per tinta – i motivi che hanno indotto all’aggiornamento.
Il prezzo è piuttosto sostenuto, specialmente nelle fasce di prezzo più alte. D’altra parte nessuno con un minimo di buon senso si aspetterebbe di portare a casa una Porsche con un migliaio di euro.
Parlando in generale, e non soltanto riferendomi ai colori a olio Mussini, Schmincke dimostra continuamente, e da sempre, di tenere moltissimo ad ogni singolo cliente, prendendo sempre in seria considerazione qualsiasi consiglio o suggerimento che abbia un senso. Un comportamento degno della migliore tradizione tedesca.
Parlavo nel mio studio, qualche giorno fa, con un amico, esperto pittore fiorentino di adozione. Egli ha preso un grosso tubo di bianco di titanio Mussini, l’ha aperto, l’ha annusato (siamo in molti a farlo, non ridete!), mi ha guardato con aria sorniona e mi ha detto “la perfezione esiste…”.