Brevi cenni sugli essiccanti nella pittura a olio.
Gli essiccanti hanno la principale funzione di apportare ossigeno all’impasto pittorico, in modo da accelerarne la polimerizzazione. La stragrande maggioranza di essi sono sali ed ossidi di vari metalli. Il loro utilizzo deve essere parsimonioso ed a ragion veduta, perché un’eccessiva presenza di essiccante produce l’effetto contrario (comparsa veloce di una pelle che impedisce all’impasto di iniziare il processo di polimerizzazione correttamente) e favorisce la prematura apparizione di screpolature; in altre parole il principale pericolo derivante dell’impiego di questo tipo di prodotti è l’accentuazione delle differenze del tempo di essiccazione tra i differenti strati.
I due utilizzi principali degli essiccanti nella pittura a olio sono:
– insieme ai colori già pronti in tubo allo scopo di ridurre il tempo di essiccazione di quelle tinte considerate poco essiccanti (ovvero quelle che sono ancora lavorabili dopo un periodo di circa 10 giorni dall’applicazione), come ad esempio le lacche (contenenti una base di alluminio), i rossi a base di quinacridone e il nero avorio. Tuttavia moltissimi colori pronti all’uso contengono già degli agenti essiccanti nell’impasto, in quanto i fabbricanti tendono a fare in modo che il tempo di essiccazione di tutte le tinte componenti la gamma dei propri colori siano assestate su un tempo di essiccazione di circa 3/5 giorni;
– utilizzo nella la fabbricazione in proprio dei colori ad olio; in questo caso gli essiccativi sono indispensabili, in addizione al legante ed agli eccipienti, per regolare la siccatività reciproca dei pigmenti.
Le principali sostanze essiccanti si distinguono in due tipologie:
– essiccativi di superficie (o primari), i quali accelerano l’essiccazione a partire dagli strati esterni, producendo la comparsa di una “pelle” che sarà secca al tatto in poche ore;
– essiccativi di profondità (o ausiliari/secondari), i quali accelerano l’essiccazione e la rendono omogenea a partire dagli strati interni, assumendo funzioni di “antipelle” e favorendo il corretto processo di polimerizzazione. Da notare che gli essiccativi ausiliari non sono in grado – da soli – di provocare autonomamente le reazioni di reticolazione proprie degli essiccanti primari.
E’ evidente come un buon essiccante debba essere caratterizzato dal miglior compromesso tra essiccazione in superficie ed in profondità.
I principali agenti essiccanti derivano da:
– piombo (di media profondità);
– manganese (di media superficie);
– cobalto (di superficie);
– calcio (di media profondità);
– cerio (di superficie ma non utilizzato perché efficace solo a basse temperature);
– vanadio (di superficie e profondità);
– zinco (di media superficie);
– litio (di media profondità);
– lantanio (di profondità);
– bismuto (di profondità);
– stronzio (di profondità);
– bario (di profondità);
– zirconio (di profondità);
– litargirio (monossido di piombo);
– resina alchilica tixotropica (sostanza moderna completa e pronta all’uso).
A far data dal 2002, le formulazioni di tutti gli essiccativi contenenti piombo sono state modificate sostituendolo con lo zirconio, agente analogo di identica efficacia ma molto meno pericoloso.
COMPOSIZIONE DEI PRINCIPALI ESSICCANTI PRESENTI IN COMMERCIO
– Essiccante di Courtrai scuro: un tempo a base di piombo e manganese, è oggi prodotto con una miscela di zirconio e manganese. Utilizzare fino ad un massimo di 3 gocce per noce di colore.
– Essiccante di Courtrai bianco: come per quello scuro, con la differenza che è privo di manganese, da cui la mancanza di colorazione. È tra i peggiori essiccanti esistenti: non ha la forza dell’essiccante scuro, dovrebbe agire in profondità ma non ci riesce senza il supporto di un essicante primario e rende troppo appiccicoso il colore anche dopo l’essiccazione (corretta polimerizzazione impossibile). I difetti sono decisamente superiori all’unico pregio di essere trasparente. Irrilevante.
– Liquin: si tratta di una resina alchidica tixotropica, un essiccante moderno. Efficacissimo, è prodotto e commercializzato sotto moltissimi nomi, ma fondamentalmente si tratta della stessa sostanza, più o meno fluida.
– Essiccante al cobalto: di colore viola/bruno profondo, è tra i più potenti essiccanti primari. Per essere ben sfruttato, non deve essere usato da solo, ma in mescolanza con un essiccativo di profondità (ad esempio lo zirconio). Se usato da solo, tenderà a formare una pelle, favorendo il raggrinzimento della superficie pittorica e rendendo difficoltosa la polimerizzazione.
– Essiccante bianco: di solito è un essiccante a base di calcio, non particolarmente potente, che per avere un certo effetto deve essere utilizzato in una percentuale che va dal 10% al 15% della miscela che si usa per dipingere. Può essere tranquillamente ignorato.
– Essiccativi al cobalto tipo Sennelier: alcuni fabbricanti usano produrre sotto questo nome un’efficacissima miscela a base di cobalto, zirconio, zinco e calcio. Ne deriva un essiccante molto potente, con capacità primarie ed ausiliarie di grande pregio. Il primo fabbricante a mettere un prodotto del genere in commercio è stata la Sennelier francese, da cui il nome.
Esistono anche dei medium essiccanti (ad es. il Medium essiccante di Harlem, il medium fiammingo, il medium veneziano, etc.), che però sfruttano soprattutto il potere essiccante delle vernici e comunque non devono essere considerati come essiccanti puri ma – come indicato dalla stessa denominazione – come medium. Esistono anche altre sostanze, come il famoso “olio nero”, che si comportano come essiccanti, pur non rientrando strettamente in questa tipologia di materiali. Ne riparlerò quindi separatamente, in un altro articolo.
A far data dal 2002, le formulazioni di tutti gli essiccativi contenenti piombo sono state modificate sostituendolo con lo zirconio, agente analogo di identica efficacia ma molto meno pericoloso.
– Essiccante di Courtrai scuro: un tempo a base di piombo e manganese, è oggi prodotto con una miscela di zirconio e manganese. Utilizzare fino ad un massimo di 3 gocce per noce di colore.
– Essiccante di Courtrai bianco: come per quello scuro, con la differenza che è privo di manganese, da cui la mancanza di colorazione.
– Liquin: si tratta di una resina alchilica tixotropica, alla quale viene aggiunto un essiccante al cobalto. Efficacissimo, è prodotto e commercializzato sotto moltissimi nomi, ma essenzialmente si tratta della stessa sostanza, più o meno fluida.
– Essiccante al cobalto: di colore viola/bruno profondo, è tra i più potenti essiccanti primari. Per essere ben sfruttato, non deve essere usato da solo, ma in mescolanza con un essiccativo di profondità (ad esempio lo zirconio). Se usato da solo, tenderà a formare una pelle, favorendo il raggrinzimento della superficie pittorica e rendendo difficoltosa la polimerizzazione.
– Essiccante bianco: di solito è un essiccante a base di calcio, non particolarmente potente, che per avere un certo effetto deve essere utilizzato in una percentuale che va dal 10% al 15% della miscela che si usa per dipingere.
– Essiccativi al cobalto tipo Sennelier: alcuni fabbricanti usano produrre sotto questo nome un’efficacissima miscela a base di cobalto, zirconio, zinco e calcio. Ne deriva un essiccante molto potente, con capacità primarie ed ausiliarie di grande pregio. Il primo fabbricante a mettere un prodotto del genere in commercio è stata la Sennelier francese, da cui il nome.
Esistono anche dei medium essiccanti (ad es. il Medium essiccante di Harlem, il medium fiammingo, il medium veneziano, etc., che però sfruttano soprattutto il potere essiccante delle vernici e comunque non devono essere considerati come essiccanti puri ma – come indicato dalla stessa denominazione – come medium.
Approfondimento sull’uso degli essiccanti nella pittura a olio
Nell’articolo precedente sugli essiccanti nella pittura a olio, è stata fatta una panoramica molto veloce sulla natura degli essiccanti. Alcuni di essi, pur menzionati per dovere di cronaca, in realtà non trovano reale utilizzo nella pittura ad olio; ciò accade per vari motivi, tra cui il tasso di attività che può essere variabile, per alcune particolari sostanze, solo a temperature molto alte o molto basse.
Dal momento che la rubrica si propone come strumento utile a tutti, in questa sede parleremo specificatamente dell’uso di una gamma più limitata, e più comune, di tali sostanze.
Posto che l’uso essiccanti nella pittura ad olio comporta sempre un compromesso tra vantaggi e svantaggi, quelli effettivamente utilizzabili ed utili, che possono essere acquistati facilmente in qualsiasi negozio di belle arti ben fornito, sono a base di:
– manganese (di media superficie);
– cobalto (di superficie);
– calcio (di media profondità);
– zinco (di media superficie);
– zirconio (di profondità).
È stato volutamente omesso l’essiccativo a base di sali di piombo: è particolarmente nocivo, di difficile reperibilità, problematico nelle mescolanze con determinati colori (quelli contenenti zolfo e suoi derivati, come i cadmi e l’oltremare) e non più particolarmente utile, in quanto sostituito dallo zirconio che, francamente, fa il suo lavoro egregiamente e non ci fa davvero sentire la sua mancanza.
Manganese
Il manganese, (più precisamente alcuni sali di esso come l’octoato, il linoleato ed il naftenato), è un essiccativo particolarmente importante, perché ha funzioni sia di catalizzatore ossidante (superficie) che di catalizzatore polimerizzante (profondità). Quello che si trova normalmente in commercio, ha un colore scuro marroncino/rossastro, ed in genere contiene una percentuale del 6% di sali (riferito a quello specifico per uso artistico); ciò significa che su 100 gr. di essiccante pronto, avremo 6 gr. di sali. Questa potrebbe sembrare una puntualizzazione superflua, ma non lo è affatto: sapere l’esatta quantità di sali è fondamentale. Infatti, conoscendo questo dato, è possibile non superare le dosi massime consentite (ovvero generalmente consigliate e ritenute non nocive al film pittorico). E’ vero che solitamente le case produttrici indicano una “forbice” di percentuali per il corretto utilizzo, ma sapere esattamente quanto essiccante stiamo davvero inserendo nel nostro colore è importante, e potrebbe fare la differenza tra un uso eccessivo ed uno accettabile.
Il manganese, come si diceva, possiede proprietà specifiche autonome di essiccatività, ed in linea teorica può essere utilizzato da solo (non abbisogna di essiccativi primari per essere attivato). Solitamente, però, l’uso come unico agente essiccante viene evitato, perché tende a produrre un film troppo duro e fragile, che col tempo propenderà a scurire parecchio – specialmente nei bianchi e nei colori chiari – e che potrà manifestare abbastanza presto fenomeni di screpolatura; se usato in combinazione con lo zirconio, invece, produce un film robusto ed elastico. Un tempo, quando erano disponibili gli essiccanti al piombo, la tipica miscela “forte” ma sicura era a base di manganese e piombo: ad esempio, l’essiccativo di Courtrai Lefranc era proprio composto in questo modo. Oggi che il piombo è fuorilegge, Lefranc ha modificato la sua formula, sostituendo il piombo con lo zirconio, e quindi il suo nuovo essiccativo di Courtrai è a base di zirconio e manganese. Resta il fatto che il manganese, se dosato con giudizio, è una sostanza preziosissima per regolare l’essiccazione della propria pittura. Bisogna ricordare che colori come le terre d’ombra contengono grandi quantità di manganese, a cui devono la loro marcata seccatività. In passato, prima che fossero “inventati” i sali metallici, molti maestri introducevano proprio terra d’ombra (naturale o bruciata) nelle tinte più restie all’essiccazione, allo scopo di accelerarne ossidazione e polimerizzazione.
Cobalto
Gli essiccativi a base di sali di cobalto sono considerati, a ragione, quelli più potenti in assoluto disponibili sul mercato. Il cobalto è un essiccativo primario (ovvero non ha bisogno di altre sostanze per attivarsi) di superficie. La sua azione è talmente veloce ed aggressiva in superficie che – in genere – viene utilizzato sempre in accoppiata con altri essiccativi, come il manganese, lo zirconio ed il calcio.
L’utilizzo del solo essiccante al cobalto, anche se in minime dosi, produce facilmente una pelle con forte tendenza al raggrinzimento, che può presentare anche problemi di disuniformità.
I colori con caratteristiche antiseccative (gialli e rossi azoici, lacche, nero avorio, etc.) sono normalmente prodotti con una formula che prevede – nell’impasto macinato – una certa quantità di essiccanti. L’aggiunta di cobalto ad un colore industriale non può, pertanto, prescindere da questo fatto. La quantità di sale puro di cobalto deve rispettare rigide percentuali: in caso di eccesive quantità di essiccativi al cobalto si otterrà un film appiccicoso, antiseccativo negli strati profondi, soggetto ad annerimenti e spellamenti, che invecchierà male. L’argomento delle percentuali è piuttosto complicato; in linea di massima, la quantità di cobalto non deve superare lo 0,3% del peso del legante utilizzato per la macinazione. Chiaramente si parla di sale puro: bisogna tenere presente che – normalmente – gli essiccativi al cobalto in circolazione sono soluzioni al 6%. Ciò significa che 100 grammi di essiccante pronto contengono 6 grammi di sali di cobalto.
Questi calcoli, ovviamente, non sono particolarmente interessanti per il comune artista pittore, ed interessano molto di più chi i colori li deve produrre. Però, il sapere quanto l’uso del cobalto è indiscutibilmente critico, aiuterà l’utilizzatore finale a non eccedere e, nel dubbio, a farne a meno. Bisogna anche considerare che i produttori non dichiarano gli additivi usati nelle loro formule, e si limitano ad indicare pigmento e legante utilizzati. Se ci si trova di fronte ad un colore che secca in modo particolarmente veloce, in controtendenza a quanto sarebbe lecito aspettarsi, si può esser certi che è stato additivato con sali di cobalto.
Calcio
Gli essiccativi ai sali di calcio sono stati spesso ignorati o, nel migliore dei casi, considerati poco utili. I motivi sono parecchi, ma il più importante è che si tratta di un essiccante esclusivamente secondario. In pratica, ha bisogno di essere attivato da un essiccativo primario, perché non possiede particolari doti autonome di accelerazione dell’essiccazione.
Se, da solo, l’essiccante al calcio è effettivamente poco utile, quando utilizzato in concomitanza di altri essiccanti la situazione cambia un poco. I suoi pregi sono:
– può essere mescolato o sostituito agli essiccanti al piombo, limitando l’intolleranza chimica che alcuni pigmenti manifestano con quest’ultimo (es. i cadmi);
– contrasta efficacemente la tendenza del cobalto a produrre film mollicci, migliorandone di molto la capacità indurente;
– non ha impatto sulle tinte, in quanto praticamente incolore, quando in soluzione (in genere lo si trova, per usi artistici, in soluzione al 10%);
– non ingiallisce;
– quando correttamente dosato, svolge un ruolo di attivazione della seccatività naturale dei pigmenti.
Molti essiccanti pronti moderni, di colore chiaro, contengono variabili quantità di calcio. Tanto per esemplificare, citando un paio di marche, l’essiccante chiaro e l’essiccante di Courtrai Sennelier e l’essiccante chiaro Ferrario.
Personalmente non amo particolarmente gli essiccanti contenenti calcio, ma questa è un’opinione – appunto – personale. Il calcio può trovare una sua utilità, e l’unico modo di decidere se usarlo oppure abolirlo è effettuare delle prove.
Zinco
Lo zinco è un essiccativo che presenta qualità analoghe a quelle del calcio, ma è molto più apprezzato – ed utilizzato – di quest’ultimo. Rispetto all’essiccativo al calcio, lo zinco presenta ulteriori vantaggi:
– ha un’azione più energica nel contrastare la tendenza del cobalto a produrre film non indurenti;
– è un efficacissimo antipelle, nel senso che impedisce agli essiccanti di superficie particolarmente aggressivi (come il cobalto) di ostacolare l’essiccazione in profondità, agevolando la cattura di ossigeno da parte del film pittorico;
– a differenza dell’essiccante al calcio, migliora la brillantezza dell’impasto;
– il suo utilizzo non è per niente critico, e sopporta con una certa disinvoltura anche mostruosi errori di dosaggio.
Zirconio
L’essiccante allo zirconio ha sostituito, di fatto, i composti analoghi a base di piombo.
Si tratta di un essiccativo ausiliario di profondità, ed in genere lo si trova in soluzione al 24% (percentuale ritenuta ottimale per uso artistico). Impartisce al film pittorico una certa brillantezza, è molto attivo senza essere problematico nell’utilizzo: eventuali errori di eccessivo dosaggio non saranno un problema. Trattandosi di un essiccativo ausiliario, non viene praticamente mai utilizzato puro: ci sono alcune eccezioni (essiccativo di Courtrai bianco Lefranc), ma il prodotto derivante è di qualità scarsa, se usato puro. Di contro, usato in combinazione con gli essiccanti al cobalto, manganese e calcio, diventa un elemento estremamente efficace, prezioso per le sue caratteristiche ausiliarie, per niente problematico.
Pur avendo sostituito, come si diceva, gli essiccanti al piombo, diversamente da quest’ultimo ha uno scarso potere bagnante e disperdente. Questo aspetto, superfluo per il comune pittore, è invece importantissimo per il produttore di colori, che dovrà compensare questa mancanza con altre sostanze.
L’utilizzo dello zirconio in combinazione con il piombo è sconsigliato, per una serie di motivi che non starò a spiegare in questa sede.
Un formidabile pregio dello zirconio è di rendere meno critico l’utilizzo di cobalto: in pratica riesce a limitare moltissimo – quasi azzerandoli – i problemi derivanti da eventuali eccessi quantitativi di quest’ultimo. Non a caso, infatti, la quasi totalità dei fabbricanti utilizzano – per la formulazione dei propri essiccanti – miscele contenenti zirconio.
In altre parole, volendo esser certi di avere tra le mani un essiccante facile da dosare, è bene assicurarsi che nella composizione sia presente lo zirconio. Nel caso si sia soliti utilizzare un essiccante che ne è privo, si potrà sempre aggiungerne, procurandosene uno al solo zirconio (come ad esempio il già citato essiccante di Courtrai bianco Lefranc).
Come sempre Mimmo ci sorprende per competenza e qualità dei contenuti. Colgo l’occasione per ringraziarlo nuovamente!
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Un pensiero su “Essiccanti nella pittura a olio [articolo di Mimmo Ceccarelli]”