Pittura ad olio per principianti.
“Solo gli imbecilli non cambiano mai idea” diceva qualcuno.
L’altro giorno stavo riguardando il mio vecchio articolo sui Materiali per la pittura ad olio e ho notato che comincia a sentire il peso dell’età. Sapete com’è, il tempo passa, si provano cose nuove, si impara, si sbaglia, insomma, si fa esperienza. Mi sono ritrovato così a pensare che in quell’articolo alcuni concetti sono superati o possono essere sostituiti da altri più efficaci. Non voglio dire che sia tutto da buttare eh? La parte sulle tavolozze continuano ad essere valide, ma altre, come quella sui medium e sui pennelli andrebbero svecchiate. Piuttosto che modificare il vecchio articolo ho quindi pensato di scrivere una nuova guida sulla pittura ad olio per principianti.
E qui ci va subito una piccola premessa.
Quando dico “principianti” non passo automaticamente dalla parte degli esperti. Con i colori ad olio sono un principiante tanto quanto chi si avvicina a questa tecnica per la prima volta: 2, 3, 4, 5 anni sono troppo pochi per sentirsi autorizzati a pensare di padroneggiare una tecnica artistica, soprattutto quando lo si fa per hobby. Il solo fatto di avere un blog ed un forum non mi mette in una posizione di autorità, l’unica cosa che emerge da queste attività è che parte del mio tempo libero la dedico alla condivisione di quelle quattro cose che ho imparato sulla mia pelle o su quella degli altri; nel senso che grazie al forum ho (abbiamo) la possibilità di confrontarmi con gente molto più esperta e brava di me, non nel senso che ho schiavizzato delle persone costringendole a dipingere e disegnare al posto mio, per carità. (CC: “certo che quanno te metti a fà er simpatico me fai venì voglia de menarte fino a dire basta…”).
La premessa è doverosa perchè ho notato un preoccupante incremento di gente che, ahinoi, si prende troppo sul serio ed è convinta di avere la Verità nel pacchetto di sigarette, ha un sacco di fiato da sprecare facendo cattedraticismi ed è pure un filino vigliacca. E non parlo di ragazzini drogati dai social ma di persone con un bel po di primavere sulle spalle; a ulteriore riprova che l’età non mette affatto saggezza bensì, chi nasce stronzo, stronzo rimane.
Veniamo al dunque ed entriamo nel vivo di questa Guida sulla pittura ad olio per principianti!
Iniziamo dai colori: quali e quanti?
Il primo nome che voglio farvi è Ferrario Van Dyck: gamma da 93 colori, compresi i metallici, ben spaziata, economicissimi ma creati da chi sa fare davvero dei buoni colori ad olio; come rapporto qualità/prezzo credo siano i migliori. L’unica pecca è che non hanno dei veri cadmi e cobalti ma vi assicuro che non ne sentirete la mancanza. Potete acquistarli da ArteCreo
La prima alternativa è rappresentata dai famigerati Maimeri Classico. Chi mi segue da un po’ sa che non sono (più) un grande fan di Maimeri ma questi colori continuano ad essere un’ottima scelta: costano poco, si trovano ovunque, hanno dei veri cadmio nella gamma (cosa rarissima) e sono “facili”. Li potete comprare qui da MomArte
Volete un altro marchio? Eccolo: Talens Van Gogh. Bella gamma, bei formati, cobalti veri. Forse solo un pochino troppo pieni d’olio, ma non si può avere tutto dalla vita. Non fatevi intimorire dal sito in Inglese: Royal Talens si sta diffondendo sempre più qui in Italia e li troverete senza molte difficoltà. Anche questi li trovate da MomArte.
(CC: “oh, naturalmente nessuno ve impedisce de mischià i marchi eh? Se ve piacciono i rossi “Van Gogh” ma preferite i gialli “Van Dyck” mica dovete da prende pe fozza tutto dello stesso produttore! Quando andate a comprà li colori stappateli, odorateli, guardateveli ben benino! Ve li dovete limonà artro che!!!”)
Quali colori comprare?
La risposta non è immediata, purtroppo. Quando si parla di pittura ad olio per principianti fondamentalmente le opzioni sono due: 1) un kit già pronto 2) scegliere da soli i vostri colori.
Ho notato che i set già pronti spesso hanno i prezzi gonfiati rispetto all’acquistare tutti i componenti singolarmente, ok la valigetta spesso in legno ma secondo me con la differenza di prezzo potreste prendere roba migliore o più adatta a voi. Inoltre sovente i colori presenti sono fin troppi e alcuni sarebbero ben sostituibili da altri.
Fermo restando che prendere un kit già pronto non significa sbagliare, il mio suggerimento è di scegliere i colori (pochi: considerate 6 massimo 7 colori oltre al bianco) singolarmente. I vantaggi sono molteplici: lavorare con pochi colori aiuterà ad avere quadri cromaticamente più bilanciati, vi ingegnerete nell’applicazione della teoria del colore, avrete solo i colori che userete davvero, risparmierete qualcosina, avrete la soddisfazione di aver “scelto” ogni singolo colore (quasi come fossero degli amici con cui condividere un momento di pittura tutto vostro).
Dicevamo poc’anzi 6/7 tubetti, ma quali? A me piace molto la selezione con i “doppi primari” ossia per ogni colore primario (magenta, ciano e giallo) avere due toni, uno caldo e uno freddo; a questi si aggiungerà una terra. Con questa semplicissima selezione avrete la possibilità di creare virtualmente qualsiasi colore vi venga in mente. A titolo puramente indicativo vi elenco una selezione sviluppata sulla gamma dei Ferrario Van Dyck:
Giallo Primario 083 (freddo, trasparente)
Giallo Cromo medio 009 (caldo, semicoprente)
Magenta Primario 084 (freddo, trasparente)
Rosso Cinabro Scuro 030 (Caldo, semicoprente)
Blu Cyan 085 (Freddo, semicoprente)
Blu oltremare scuro 053 (Caldo, trasparente)
Terra Ombra Naturale 076
Bianco di Titanio 003
In linea generale potete fare a meno di comprare i verdi visto che usando solo giallo e blu li potrete ottenere tranquillamente. Stessa cosa per i viola: partendo dal magenta ne miscelerete diversi. Il nero lo ricavate dalla terra ombra naturale e un pizzico di blu oltremare.
La selezione succitata, come già ricordato, vuol essere meramente indicativa. Sapete cosa mi piacerebbe? Che andaste in un negozio di belle arti e vi metteste a stappare i vari tubetti guardando il colore “vero”, annusando e scegliendo davvero i colori che vi piacciono di più! Magari chiedete di guardare la cartella colori e partite da lì, ma cercate di interagire il più possibile col colore.
Pennelli:
Compratene tanti! Non devono essere pennelli di alta gamma: agli inizi ne rovinerete un sacco (non abbattetevi, è normale, e giusto, che sia così; pittura ad olio per principianti, ricordate??). Manico lungo o manico corto poco importa, quello che conta è il materiale. Evitate i sintetici, almeno nelle fasce economiche sono quelli che sopportano meno i maltrattamenti e dopo un paio di utilizzi le setole tendono ad aprirsi. Preferite quelli in setola di maiale o pelo di bue e non è necessario spendere cifroni. Oggigiorno anche i pennelli “cinesi” offrono buone prestazioni! Ad esempio i pennelli Eterna serie 579 e 582 sono molto validi e non costano nulla, se non mi credete date un’occhiata a questo set presente sul negozio ArteCreo; anche quando non sono in offerta li trovate a prezzi bassissimi e ve li consiglio senza dubbio. Già che ci siete date uno sguardo anche ai pennelli in pelo di bue economici, un paio vi faranno comodo. Quelli da NON comprare sicuramente sono i pennelli del Lidl: è vero, costano niente ma le setole si smontano subito e la vernice del manico si stacca e cade ovunque.
Altri marchi più diffusi e solitamente affidabili sono Tintoretto, DaVinci, Borciani&Bonazzi (riguardo i primi due nel prossimo futuro partiranno un paio di articoli dedicati, quindi state in campana!)
La tipologia è molto soggettiva: tondi, piatti, a lingua di gatto… Ognuno ha le sue preferenze (io amo quelli piatti ad esempio). Prendeteli di diverse tipologie e vedete quale fa per voi. Stessa cosa per le dimensioni, cercate di spaziare (anche se è bene iniziare con pennelli grandi) dal N°6 in su.
Vi serviranno anche due pennellesse larghe (non sono imprescindibili eh?), una per stendere l’imprimitura l’altra per verniciare.
Supporti:
La pittura ad olio ha una grande versatilità anche per quanto riguarda i supporti: virtualmente è possibile dipingere su qualunque superficie. Ma quello che interessa noi sono i supporti classici, ossia tela e tavola (ed eventuali “derivati”). Anche in questo caso la parola d’ordine è “semplicità”, quindi evitate di riempirvi di tele già pronte e ingombranti che occupano un sacco di spazio, così come potrete fare a meno di lavorare su tavole di legno (pesanti). La scelta migliore per chi si avvicina alla pittura ad olio secondo me è costituita dai cartoni telati: costano poco, sono leggerissimi, poco ingombranti e sono disponibili in diversi formati. Un’ottima compagnia sono i blocchi di fogli di tela già trattata, praticamente degli album da disegno ma invece della carta ci son dei fogli di tela; è uno degli articoli più utili che abbia mai provato: perfetto per fare i test dei colori, sperimentare, pasticciare, annotare le miscele che vi piacciono di più, fare i confronti… io non ne riesco a fare a meno! Di tanto in tanto li trovate al LIDL.
Un’alternativa al cartone telato è la masonite (il retro delle cornici a giorno per intenderci) e se la riuscite a trovare “sfusa” potreste pure risparmiare qualcosina.
Ovviamente sia la masonite che i cartoni telati (a dispetto della dicitura “già trattati”) devono essere adeguatamente preparati per accogliere la pittura. A tale proposito leggete il mio articolo sulle imprimiture.
Medium:
questa sezione è quella con più variazioni rispetto al vecchio articolo.
Una delle principali critiche rivolte alla pittura ad olio riguarda l’uso di solventi non esattamente “profumati” (trementina, acqua ragia, essenza di petrolio, ecc) e che oltretutto non sono proprio dei toccasana per la salute. Se a tutto ciò aggiungiamo un preoccupante incremento di reazioni allergiche ai suddetti solventi, bè, la situazione diventa decisamente scomoda.
Per fortuna, come dico sempre, la Chimica è Grande, oggi esistono prodotti in grado di sostituire perfettamente tali sostanze, rendendo l’esperienza di pittura più sicura, agevole e meno puzzolente.
Come medium principale vi consiglierei di affidarmi soltanto al Liquin Original di Winsor&Newton, una resina alchidica dotata di numerosi pregi: non puzza, rende i colori più scorrevoli, asciuga in fretta, si presta ad essere utilizzata in combinazione con altri ingredienti nella creazione di vernici e medium, può essere addirittura usata come vernice finale. Cosa chiedere di più? Potete approfondire l’argomento leggendo l’articolo di Mimmo Ceccarelli. Parlando di Liquin, sappiate che non esiste solo quello di W&N ma ormai quasi ogni azienda ha in catalogo una resina alchidica; ad esempio, Gamblin propone il suo Galkyd, estremamente simile al Liquin ma dai tempi di asciugatura decisamente più rapidi (fin troppo.).
Usando il Liquin inoltre sarà possibile essere meno rigidi sull’applicazione del Sacro Dogma della pittura ad olio, ossia “grasso su magro”; i tempi di asciugatura rapidi vi consentiranno di intervenire su un’area già dipinta in pochissimi giorni senza paura di incappare in future crepe o distacchi del film pittorico che possono capitare quando lo strato di pittura precedente non è perfettamente asciutto (usando l’olio di lino occorre diverso tempo).
Al liquin vi basta affiancare qualcosa per pulire i pennelli. Mettendo al bando acqua ragia & Co, il prodotto migliore in assoluto è il Solvente Vegetale Ferrario! Un prodotto fantastico che profuma gradevolmente di grano, non evapora e può essere riutilizzato più volte. Inoltre non è assolutamente aggressivo verso le setole che rimangono sempre morbide. Ancora, se per caso dovesse finirne qualche goccia sui colori della tavolozza non preoccupatevi: non altera minimamente le loro caratteristiche. Personalmente non so più farne a meno e lo uso di continuo: a fine sessione basterà rimuovere l’eccesso di colore dai pennelli utilizzando un tovagliolo e poi agitare le setole in un vasetto con un po di Solvente Vegetale; il colore residuo andrà via e il pennello potrà essere riposto.
Naturalmente chi preferisce un approccio più tradizionale potrà tranquillamente affidarsi alla classica accoppiata “olio di lino + essenza di trementina” per preparare il tipico olietto diluente in differenti percentuali oleose. La già citata regola del “grasso su magro” prevede l’uso di olietti via via più grassi, iniziando con un mix al 30% di olio di lino per le prime fasi di pittura e incrementandolo successivamente fino all’olio di lino puro.
A questo set up si può affiancare la vecchia acqua ragia/essenza di petrolio per pulire i pennelli o il Solvente Vegetale.
Il mondo dei medium è una realtà enorme e ne esistono di tutti i tipi e per tutti gli usi: parlando di pittura ad olio per principianti è importante non lasciarsi travolgere dalle varie proposte che potrebbero ingenerare soltanto confusione e dubbi. Avremo tempo per conoscerli nel corso degli anni.
Tavolozza:
questa è facile. Continuo a sostenere l’assoluta superiorità della lastra di vetro rispetto alla classica tavolozza in legno. I vantaggi li trovate nel vecchio articolo ma si possono riassumere così: subito pronta all’uso, economica e facilissima da pulire anche col colore secco. Inoltre è utile averne più di una: io ne uso una più piccola e maneggevole dove mescolo le grisaglie e i toni grigi e una più grande per tutti gli altri colori.
Poi fatevi un regalo e passate in ferramenta acquistare un raschietto per il vetro, così pulirla sarà una sciocchezza (da Leroy Merlin ne vendono uno piccolo con 4 lame di ricambio per solo 1,50€. Davvero soldi ben spesi).
Cavalletto:
Lavorando su formati piccoli non è indispensabile, del resto basta appoggiare il cartone telato o la tavola su qualunque cosa in grado di tenerla in verticale. Certo, è indubbiamente una comodità. Magari valutate un cavalletto da tavolo: piccolo, leggero, poco ingombrante ed economico. Non dev’essere una roba pazzesca in rovere massello! Su ebay si trovano a meno di 10€ e faranno il loro lavoro senza problemi.
Altri materiali:
Una o due spatole in metallo saranno le vostre migliori amiche e si riveleranno indispensabili per miscelare i colori, molto più pratiche e veloci dei pennelli.
Vecchi stracci puliti o un rotolone di carta da cucina sono fondamentali per pulire pennelli, tavolozza, le vostre mani e tutto il resto…
Dei barattolini di vetro saranno ottimi per contenere il medium.
Un grosso bicchiere in plastica dura (o una latta di conserva pulita, o una vecchia tazza, o un portapenne o qualunque altro contenitore vi capiti sottomano) riempito di riso sarà un eccellente porta pennelli. Il riso farà restare in verticale il pennello sporco di colore così da non sporcare gli altri.
Una vecchia palla da tennis tagliata a metà sarà un aiuto prezioso per fare la pulizia grossa dei pennelli: mettendoci qualche goccia di sapone all’interno potrete sfregare i pennelli per bene senza rovinare le setole e senza sprecare detersivo (e senza dover usare il palmo della vostra mano).
Questo è quanto. Niente di particolarmente difficile come potete vedere!
Una breve lista che spero sia utile per la pittura ad olio per principianti.
Fatemi sapere se ho dimenticato qualcosa o se voi utilizzate qualcosa di diverso o se avete idee che volete condividere; lasciate un commento qua sotto o scrivete (e iscrivetevi) sul forum!
Statemi bene e buona pittura a tutti!
(CC: “ciao belli! Me raccomando: provate, sperimentate, pasticciate, ma soprattutto DIVERTITEVI!! Ricordateve che nun dovete dare conto a nessuno quanno ve mettete a dipinge: anche se all’inizio ve vengono fori dei lavori orendi, che ve frega?? Se tratta de roba vostra e vostra soltanto! Nun ve dovete vergognà de fare disastri! Dipingere è un modo pe stà sereni e scordasse de li affanni!! Nnamo, pijate i pennelli, daje!”)